Ricorre domani, giovedì 13 ottobre, il 130° anniversario della nascita di Matteo Della Corte. Se oggi la città antica di Pompei ci è nota e possiamo ricostruire ed interpretare quello che è stato il suo passato, grande merito va proprio a questo illustre figlio cavese, che per decenni ha documentato la storia di questa città. Ricostruì dopo molti anni anche un importante mezzo che usavano i romani: la groma, uno strumento che veniva usato per le misure dei terreni. Matteo Della Corte, archeologo, tra i maggiori epigrafisti e lettore di graffiti italiani, nacque a Licurti di Cava il 13 ottobre 1875. Laureato in Giurisprudenza ed in Lettere, membro di diverse Accademie italiane ed estere, trascorse quasi 60 anni nello studio degli scavi di Pompei. Al congresso di studi romani nel 1933 presentò incredibili rivelazioni sul periodo più oscuro della vita di Augusto, attraverso la documentazione di graffiti scoperti sui muri di Pompei. Tra l'altro, identificò in località "La Starza", a Somma Vesuviana, la dimora che vide la morte dell'imperatore romano. Ma la scoperta più significativa è quella relativa alla presenza dei cristiani a Pompei anteriormente al 79 d.c. Scoprì due esemplari dell'ormai famoso crittogramma del Pater Noster. Recentemente, Filomena Ugliano, nel volume "Matteo Della Corte archeologo ed epigrafista", ha presentato la figura ed i vari momenti della sua esistenza. Morì a Pompei il 5 febbraio 1962 ed è sepolto nel cimitero della città, in un grande monumento sepolcrale.