Tu sei qui: CronacaPubbliche Amministrazioni, un convegno sulla rivoluzione della "trasparenza"
Inserito da (admin), lunedì 13 maggio 2013 00:00:00
“Ne vedremo delle belle!”. Potrebbe essere il sottotitolo del dibattito sulla nuova normativa statale per l’anticorruzione e la trasparenza della pubblica amministrazione (la legge 190 del novembre 2012 ed il decreto legislativo 33 del marzo scorso, attuativo della legge). Il dibattito, organizzato da “Davide contro Golia”, “Malc” e “La Rosa di Gerico”, si è tenuto venerdì 10 maggio nel Salone di Rappresentanza del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni. Relatori: Pina Buongiorno, avvocato dello Stato, Bruno Todisco, avvocato, e Luca Badiali, informatico.
Flora Calvanese (“La Rosa di Gerico”) ha introdotto l’argomento del dibattito: la legge 190 ed il decreto 33. Si tratta di una rivoluzione copernicana che avvicina i cittadini alle istituzioni, puntando ad una loro partecipazione attiva e collaborativa alle scelte della P.A. Ma la divulgazione dei dati e delle informazioni non può non tenere conto del diritto alla privacy dei cittadini. Ha poi ricordato la vicenda della variante urbanistica nell’area dell’ex Manifattura Tabacchi a Cava de’ Tirreni e del Crescent a Salerno, per stigmatizzare l’operato di quell’Amministrazione che volesse decidere le sorti ed il futuro di una città senza il passaggio per un’effettiva concertazione con i cittadini ed i suoi rappresentanti.
Pina Buongiorno ha evidenziato che non è un caso se la legge 190 ha come titolo “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”. Il legislatore punta a combattere la corruzione con la trasparenza, chiamando i cittadini a controllare l’operato della P.A. La rivoluzione insita nella nuova normativa, rispetto alla precedente, è data dal ribaltamento del soggetto che deve motivare la posizione rispetto alla domanda di accesso. Non è più il cittadino a dover motivare la richiesta di accedere alle informazioni, ma è l’Amministrazione che ora è tenuta a motivare il diniego a consentire che gli atti siano resi accessibili.
Mario Farano (Davide contro Golia) ha ricordato la vicenda dell’annullamento della gara per la scacchiera in Piazza Abbro. Se il Comune non avesse dato la possibilità di guardare le carte, non si sarebbe scoperto l’errore che, se non corretto, avrebbe causato un danno alla città per centinaia di migliaia di euro. La trasparenza, intesa come accessibilità totale alle informazioni su organizzazione ed attività delle pubbliche amministrazioni, permetterebbe forme diffuse di controllo da parte dei cittadini. Se accendi un riflettore davanti ad un negozio, probabilmente tieni lontano il ladro!
Bruno Todisco (Malc) si è soffermato sugli aspetti attuativi della nuova normativa, il D.lgs. 33 del marzo scorso. In particolare ha illustrato il principio dell’accesso civico. Todisco ha elencato la lunga serie dei dati e delle informazioni che obbligatoriamente devono essere pubblicati e quelli che possono essere pubblicati, in formati aperti ed accessibili. Fermo restando il diritto alla privacy, rispetto alla quale la legge prevede l’anonimizzazione dei soggetti coinvolti. Ha poi elencato le tipologie dei soggetti tenuti all’osservanza della nuova normativa e fornito indicazioni sui rimedi e sulle azioni che il cittadino potrebbe adottare in caso di diniego o silenzio della pubblica amministrazione, rispetto ad una richiesta di conoscere dati ed informazioni.
Luca Badiali ha parlato dei dati aperti e della loro gestione, sia da parte delle amministrazioni tenute a divulgarli sia da parte dei soggetti, anche privati, che potrebbero rielaborarli, a fini pure commerciali. L’Open Government si basa sul principio per il quale tutte le attività dei Governi e delle Amministrazioni dello Stato devono essere aperte e disponibili per favorire azioni efficaci e garantire un controllo sulla gestione della cosa pubblica. Con dati aperti (Open Data) si fa riferimento ad una filosofia - ed al tempo stesso una pratica - che implica che alcune tipologie di dati siano liberamente accessibili a tutti, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione. I dati di fonte pubblica sono utilizzati per fornire altri servizi ai cittadini. Tra gli esempi riportati da Badiali, quello delle mappe della sicurezza accessibili da smartphone e già in commercio negli USA: sono evidenziati i punti delle città in cui statisticamente si verificano più frequentemente atti di violenza. In base, chiaramente, ai dati forniti dagli organi di polizia.
Fonte: Il Portico
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