Tu sei qui: CronacaQuel Guttuso trafugato nella villa di Ravello finì sulle bancarelle
Inserito da (redazionelda), sabato 29 luglio 2017 13:27:05
Il bassorilievo di Renato Guttuso, rubato nella villa di Ravello di un medico napoletano, sarebbe stato venduto al mercatino dell'usato di piazza San Francesco. È quanto emerso nel corso dell'interrogatorio di Vincenzo Apicella (difeso dall'avvocato Michele Sarno). A darne notizia il quotidiano Il Mattino oggi in edicola in un articolo a firma di Petronilla Carillo.
Apicella è stato l'unico dei sette indagati ad aver risposto alle domande del gip Stefano Berni Canani e ad aver riconosciuto gli addebiti mossi dalla procura di Salerno e ad aver chiesto clemenza, affermando di voler cambiare vita. Tutti gli altri (Antonio Castaldo, Antonino e Catello Russo di Castellammare di Stabia, Giovanni Cataldo di Salerno e Carmine Iacono di Cava de' Tirreni) si sono invece avvalsi della facoltà di non rispondere. Per Apicella e Castaldo è stata anche presenta richiesta di scarcerazione (al momento entrambi sono a Fuorni).
Tutti hanno chiesto al magistrato di poter avere un permesso per tornare a lavoro.
Resta il giallo del Guttuso, però. I carabinieri della compagnia Amalfi, agli ordini del capitano Roberto Martina, non sono ancora riusciti a trovarlo. L'ultima traccia che i militari dell'Arma hanno dell'opera, è che era su una bancarella dell'usato. Eppure, stando a quanto indicato dal proprietario, il suo valore era stato stimato tra i 500mila e i 700mila euro. Ma il bassorilievo, che la gang di ladri credeva fosse una copia, definendolo un «Gattuso», era stato venduto al ricettatore della provincia di Napoli per soli 140 euro.
Proprio il furto del Guttuso, avvenuto nel 2015, diede il via alle indagini. In particolare a dare indicazioni precise fu il medico di Napoli il quale, nella denuncia, parlò di un altro furto subito nel 1999 con le stesse modalità e per il quale era stato allora arrestato, appunto, Apicella. I carabinieri sono partiti da questo dettaglio per mettere insieme piano piano tutti i componenti della gang e i furti messi a segno, riuscendo, tramite Apicella, a individuare l'auto a bordo della quale i balordi agivano. Dall'auto alle intercettazioni, il passo è stato breve, così ricostruire esattamente spostamenti e affari del duo Apicella-Castaldo e dei loro complici è stato semplice. I carabinieri sono infatti riusciti a raggruppare una serie di conversazioni non criptate e inequivocabili che hanno definitivamente incastrato i sette.
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Fonte: Il Vescovado
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