Era finito sotto processo per essersi allontanato dall'abitazione in cui era ristretto agli arresti domiciliari per una chiamata al lavoro.

Assolto stamani C.R., 32enne di Ravello nel processo che lo vedeva imputato per evasione, per i fatti avvenuti il 14 luglio 2017 a Sambuco.

Il suo legale, l'avvocato Alessandro Giani, ha chiesto che si procedesse con rito abbreviato subordinato all'escussione del teste, il suo datore di lavoro, per il quale stava svolgendo un percorso di reinserimento al lavoro come operatore alla viabilità a Ravello.

Il Pubblico Ministero ha chiesto la condanna dell'imputato alla pena di un anno di reclusione ridotto per la scelta del rito, a 8 di reclusione.

Nella sua discussione l'avvocato Giani (che si è avvalso della collaborazione della dottoressa Adriana Giani) ha sostenuto che il fatto non era punibile per la particolare tenuità del danno. Il Giudice Monocratico del Tribunale di Salerno, dottoressa Maria Lamberti, ha integralmente accolto le ragioni rappresentate dalla difesa e con articolata motivazione contestuale ha assolto l'imputato dichiarandolo non punibile proprio per la particolare tenuità del fatto.