Tu sei qui: CronacaTra i monti della Cava con Pauline Craven
Inserito da (admin), giovedì 26 giugno 2014 00:00:00
Venerdì 27 giugno, alle ore 18.30, presso il Salone d’Onore del Palazzo di Città di Cava de’ Tirreni, si terrà la presentazione del libro “Tra i monti della Cava. Gente, credenze e usanze in un villaggio dell’800” della scrittrice francese Pauline Craven (Marlin Editore, pp. 120, euro 12.00), che appare per la prima volta in traduzione italiana a cura di Tommaso Avagliano.
Insieme al curatore Tommaso Avagliano saranno presenti: Gabriella Liberti, Centro Studi “Gaetano Filangieri”; Vincenzo Pepe, saggista e traduttore; Francesco Puccio, scrittore e regista. Letture a cura dell’attrice Simona Fasano.
La storia
In limpide pagine di diario, vergate da una scrittrice francese che fu grande amica dell’Italia, la vita di un piccolo villaggio rurale affacciato sul golfo di Salerno, Castagneto di Cava de’ Tirreni, riflessa nelle vicende, nelle credenze, negli usi e nei costumi della famiglia di un modesto proprietario terriero appartenente alla classe dei “galantuomini”, ricca di otto figli, tra cui due maschi, da avviare l’uno alla carriera forense e l’altro a quella ecclesiastica, e due ragazze “da marito”. Dagli incontri della scrittrice con alcune donne del paese, ed in particolare con la figura a tutto tondo della moglie del galantuomo, Donna Fortunata, nutrita di secolare saggezza popolaresca, prendono luce i minimi aspetti ed accadimenti della quotidianità, proiettati su uno scenario “pittoresco”, d’impareggiabile bellezza, lo stesso che tra Settecento ed Ottocento ispirò legioni di artisti e di letterati. Dotata di uno stile scintillante, fatto di grazia e di arguzia, l’autrice si cala in quel mondo quasi fuori dalla storia, esplorandolo con animo scevro da pregiudizi, e ce ne dà uno spaccato che vale più di un trattato scientifico.
In appendice, brani dal libro “Paolina Craven e la sua famiglia” (1892) di Teresa Filangieri Ravaschieri Fieschi ed il profilo biografico della scrittrice a firma di Raffaele Guariglia, diplomatico ed uomo politico. A conclusione, un apparato di immagini inedite o rare.
La Craven negli scritti di Teresa Filangieri
«La scrivania innanzi alla quale ella passava scrivendo parecchie ore del giorno, era posta accanto ad una finestra intorno alla quale correvano festosi tralci di piante rampichine. In quel quadro appariva tutta la bella valle di Dragonea, dall’arco di Monte Finestra fin giù al torrente, che correva alla Molina. Sulla scrivania sempre in bell’ordine, posavano dei cari ritratti in mezzo ai quali si osservava un cestino in filigrana di argento, sempre ricolmo di bellissimi fiori. Paolina mi diceva che quella grata fragranza era amica del suo povero ingegno, e che in essi trovava le sue ispirazioni».
L’autrice
Pauline Craven, nata a Parigi nel 1808 ed approdata a Napoli nel 1830 al seguito della famiglia (il padre era stato ministro di Carlo X), sposò nel 1834 il diplomatico inglese Augustus Craven, dividendo i suoi soggiorni in Italia tra la metropoli partenopea, dove frequentò la migliore società e si distinse per le numerose iniziative benefiche, e la villa di Castagneto nelle campagne di Cava de’ Tirreni, in cui si rifugiava per scrivere e ritemprarsi. Nello scorrere degli anni la sua vita fu funestata da molti lutti e dal dissesto del patrimonio familiare, causato da errate speculazioni del marito, oltre che dalle delusioni provenienti dalla situazione politica nella sua patria d’origine, avviata al disastro di Sedan.
A sorreggerla anche nei momenti più bui, il successo dei libri che andava pubblicando, tra cui: “Anne Sévérin” (1865, 22 edizioni), “Récit d’une soeur” (1866, 30 edizioni, Primo Premio dell’Accademia di Francia nel ’67), “Fleurange” (1872, premiato anch’esso dall’Accademia), “Le Valbriant” (1876), “Réminiscences” (1879), “Lady Georgiana Fullerton, sa vie et ses oeuvres” (1888). Nel 1876, costretta dalla precaria situazione economica, la Craven rinunciò al “caro asilo” di Castagneto, che aveva cercato invano di salvare dal disastro, e lasciò definitivamente l’Italia. Morì a Parigi nel 1891, accudita fino all’ultimo dal fedele cameriere Luigi Senatore, che l’aveva seguita da Cava.
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L’Ufficio Stampa Fabio D’Amico
Fonte: Il Portico
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