Tu sei qui: Cronaca‘Una diagnosi tardiva ha ucciso mia moglie'
Inserito da (admin), mercoledì 21 maggio 2003 00:00:00
Luigi Carratù, 30 anni, quando parla non riesce a nascondere la commozione: «Ho perso mia moglie dopo appena 8 mesi di matrimonio. Un male terribile me l'ha portata via, insieme alla nostra figlioletta che aveva in grembo». Sua moglie, Lucia Laudato, sindacalista della Cgil, è stata stroncata, dopo 3 mesi di agonia, da una malattia del sistema immunitario che si chiama Lupus eritematoso sistemico. Oggi, a più di un mese dalla morte, Luigi vuole denunciare il silenzio che copre questo tipo di malattia ed il rischio di diagnosi tardive. «Lucia si è accorta della malattia grazie al suo medico curante, che aveva incentrato la sua tesi di laurea su questa sindrome. Durante il suo calvario, abbiamo capito che di questa malattia si parla poco e, peggio ancora, si fa poco. Solo dopo aver raggiunto prima Pisa e poi il professor Marmont a Genova, abbiamo appreso che esistono trattamenti risolutivi, che aiutano i pazienti a seguire attentamente lo stato della malattia prima che sia troppo tardi». Il Lupus è una malattia del sistema immunitario, che colpisce maggiormente le donne. Il sistema immunitario reagisce in modo inspiegabile, producendo anticorpi contro lo stesso organismo e danneggiando reni, articolazioni, pelle e sistema nervoso. «A Cava, come in altri parti d'Italia, ci sono molti malati che non sanno che per la loro malattia ci sono trattamenti che possono portare miglioramenti. Si ignora soprattutto che fattori esterni ed ormonali, come appunto una gravidanza, possono soffiare come il vento sul fuoco della malattia», spiega Luigi Carratù. Da qui, la proposta di costituire un'associazione in collegamento con il Gruppo italiano per la lotta contro il Lupus eritematoso sistemico. Costituitosi a Piacenza, il suo obiettivo è sensibilizzare le istituzioni, favorire incontri con i pazienti e la raccolta di fondi per la ricerca. «Fatta eccezione per il Policlinico di Napoli - continua Carratù - non abbiamo trovato alcuna risposta nelle strutture della nostra provincia. Spesso è una questione di fondi ed è per questo che sono promotore di una raccolta, già avviata su tutto il territorio nazionale. Si possono effettuare versamenti sul cc. postale n. 10773299 e su quello bancario n. 20988/63 della Cassa di Risparmio di Parma e Piacenza». Dalla direzione dell'Asl Sa1 giungono, invece, ampie rassicurazioni circa il forte impegno riversato per la qualificazione delle strutture territoriali e l'offerta di servizi specialistici, come il Polo emato-oncologico, rivolti alle patologie più diffuse sul territorio.
Fonte: Il Portico
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