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Cronaca

Via Breccelle, i proprietari non si "abbattono"

Inserito da (admin), martedì 3 giugno 2014 00:00:00

In una nota inviata al Procuratore della Repubblica del Tribunale di Nocera Inferiore, dott. Giovanni Francesco Izzo, al Sostituto Procuratore del Tribunale di Nocera Inferiore, dott. Amedeo Sessa, e per conoscenza al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio, al Ministro della Giustizia, al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali ed al Prefetto di Salerno, i signori Antonio Di Domenico ed Emilia Fiorillo, proprietari dell’immobile di via Breccelle, nella frazione metelliana di Sant’Anna, chiedono di rimandare l’esecuzione dello sgombero dell’abitazione.

Serie motivazioni di salute di alcuni componenti del nucleo familiare alla base della richiesta. Leggiamo insieme la nota:

«I sig.ri Di Domenico Antonio, nato a Cava de’ Tirreni il 23/12/1962 e Fiorillo Emilia, nata a Vietri sul Mare il 14/11/1964, nella qualità di proprietari dell’immobile sito in Cava de’ Tirreni, alla via Breccelle n. 2, nel ringraziare le S.V.Ill.me per il grande senso di giustizia umanità e comprensione finora dimostrato nell’aver soprasseduto ad un’azione di forza inspiegabile, illogica, ingiusta e pesantemente lesiva e pregiudizievole per la salute ed il destino della nostra famiglia, nell’attesa del giudizio incidentale esecutivo,

INVITANO

con il cuore in mano, le S.V.Ill.me a procrastinare ancora l’esecuzione dello sgombero dell’immobile predetto degli scriventi, dei loro familiari, di cui uno gravemente ammalato e l’altro moribondo, e dei mobili ivi presenti - apri pista di ben altri 2.860 sgomberi solo nel Comune di Cava de’ Tirreni e 100mila in tutta la Campania, coinvolgenti ben più di 360mila cittadini italiani - almeno fino all’esito del giudizio di Cassazione o meglio ancora fino a quello di I^ grado.

Si evidenzia, infatti, che son passati ben 8 anni dal giorno in cui l’opera è stata ultimata ed abitata ed è stato emesso 415 bis c.p.p. a seguito della richiesta anche formale, (doc. n. 1 4), di fissazione della data del giudizio di I^ grado, nel quale a mezzo testi e prove documentali sarà provata l’epoca del commesso reato e quindi dichiarata la prescrizione dello stesso, con conseguente caducazione sia del sequestro preventivo che dell’accessorio sgombero.

Sarebbe il primo caso di esecuzione anticipata di una sentenza non di condanna. Un’abnormità giuridica. Un errore giudiziario imperdonabile, prevedibile, anzi certo. Nella nostra identica stessa situazione, infatti, si trovano migliaia e migliaia di persone solo nel territorio di Cava, tutte abitate da più di 10 anni, per cui appare ingiusta, illogica ed incomprensibile la scelta di sgomberare per primi l’abitazione degli scriventi, in palese e chiaro contrasto con i principi costituzionali di imparzialità, apparendo, invece, espressione di disparità di trattamento e di ingiustizia manifesta.

Ad ulteriore supporto di ciò si fa presente che il Senato della Repubblica ha approvato un ordine del giorno con il quale individua la graduazione dei provvedimenti di demolizione e, quindi, anche quelli di sgombero. In base a tale graduazione la nostra casa, costruita per necessità e bisogno di vita e non certo per speculazione edilizia, verrebbe interessata per ultima e fra circa altri vent’anni. Per cui che senso avrebbe lo sgombero attuale? Quale l’urgenza? Quanto ai danni irreparabili ed irrisarcibili in caso di accoglimento di quanto sopra esposto, chi sarebbero i responsabili da punire? Chi, infine, dovrà risarcire un danno dal valore così ingente?

Inoltre, si è in procinto di un provvedimento di clemenza, amnistia ed indulto per i criminali, che non potrà non prevedere una soluzione di condono tombale e ultimo anche per noi, NON Criminali, che porrà fine a questo stillicidio che da decenni affligge chi in mancanza di un intervento statale, senza nulla chiedere e pretendere, con le proprie mani, i propri risparmi, il proprio sudore, il proprio sangue ha costruito un tetto per sé e per la propria famiglia.

Sgomberare e lasciare vuote migliaia di case nell’attesa di abbattimenti che non verranno mai eseguiti per i tanti motivi che sappiamo significherebbe solo ed unicamente lasciare al tempo ed all’abbandono o alla occupazione abusiva ed illegale di altri diseredati, quali i tanti immigrati regolari e non extracomunitari e comunitari, il posto che ben potrebbe e dovrebbe essere occupato dal legittimo conduttore-proprietario almeno fino all’abbattimento.

Siamo certi che l’alto senso di giustizia e comprensione umana persisterà nei Vostri cuori, evitando quello che potrebbe diventare, se portato alle estreme conseguenze, una calamità epocale dalle dimensioni e conseguenze drammatiche ed impressionanti che vedrebbe 360mila persone, donne, vecchi, bambini e malati in mezzo alla strada da uno Stato che non è nelle condizioni di provvedere a dar loro una idonea collocazione».

Di Domenico Antonio e Fiorillo Emilia

Fonte: Il Portico

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