Tu sei qui: Eventi e SpettacoliChamber music in Ravello, i concerti della settimana all'Annunziata
Inserito da (redazionelda), lunedì 21 ottobre 2019 08:38:32
Prosegue fino agli inizi di novembre la lunga programmazione di musica da camera della Ravello Concert Society che ha già presentato il programma per la stagione 2020.
Stasera, lunedì 21 ottobre, alle 18.30, nel Complesso monumentale dell'Annunziata, è in programma il concerto dei pianisti Giuseppe Maiorca e Maria Roberta Milano che proporranno alcuni fra i più celebri brani per pianoforte a quattro mani insieme ad alcune meno note ma raffinatissime composizioni di sicuro interesse per il cosmopolita pubblico della Ravello Concert Society.
Si inizia con le Dieci Variazioni in Mi bemolle maggiore, op. 23 di Johannes Brahms. L'opera sottolinea l'importanza che ebbe il "quattro mani per Brahms: Già nel 1849 il compositore, giovanissimo, aveva pubblicato un divertente Album per pianoforte a quattro mani, dal titolo "Souvenir de la Russie - Transcriptions en forme de fantasies sur des airs russes et bohémiens". D'altra parte non sorprende che un compositore affascinato dalle sonorità orchestrali del pianoforte, trovasse nella combinazione timbrica del quattro mani una soluzione ricca di fascino.
Le variazioni sono un dichiarato omaggio a Robert Schumann, ancor più commoventi in quanto concepite attorno all'ultimo pensiero musicale dell'amico-maestro. Il tema d'avvio delle Variazioni Op. 23 consiste infatti nel famoso "Geister Thema" (tema degli spiriti), una melodia che Schumann disse d'aver udito tra le allucinazioni della follia propria nella notte che precedette il suo tentativo di suicidio.
Nel secondo tempo troviamo invece due composizioni meno conosciute al grande pubblico ma di grande spessore storico e musicologico. Innanzitutto la Sonata in sol minore, op. 17 del compositore tedesco Hermann Goetz, nato nel 1840 a Königsberg e specializzatosi al conservatorio di Berlino. Per finire la sonata op. 19 di Albert Herman Dietrich, compositore e pianista tedesco, amico di Schumann e Brahms le cui composizioni restano, ancora oggi, purtroppo dimenticate.
Mercoledì 23 ottobre ritroviamo il pianoforte, ma con un recital solistico di Paolo Manfredi che si esprimerà sul gran coda da concerto all'Annunzata. Il primo brano è un capolavoro del repertorio clavicembalistico. Si tratta del Preludio e fuga in fa diesis minore BWV 883, dal secondo libro del Clavicembalo ben temperato di Johan Sebastian Bach. A seguire due suggestive pagine musicali di Franz Liszt.
La lugubre gondola, S.200 appartiene all'ultima produzione pianistica di Liszt, che precorre la maniera, i caratteri del XX° secolo, La morte assume nel mondo delle ultime composizioni di Liszt la figura di protagonista. Il brano, infatti, fu ispirato da un funerale su gondole nei canali veneziani a cui il musicista si trovò ad assistere quando si trovava nella città lagunare insieme a Richard Wagner, suo genero. Visione che lo stesso Liszt definì "come una premonizione": da lì a poco lo stesso Wagner sarebbe morto proprio a Venezia.
La Vallée d'Obermann S.160/6 fa parte della prima delle raccolte pianistiche edite da Liszt sotto il nome di Années de Pèlerinage, ovvero le raccolte che sono il compimento dei i bozzetti di viaggio degli anni giovanili. La prima è dedicata alla Svizzera e consiste in una serie di nove composizioni. La Vallèe d'Obermann - il richiamo del titolo è al protagonista dell'omonimo romanzo del 1804 dello scrittore francese Étienne Pivert de Senancour - è il pezzo più lungo della raccolta.
L'intero secondo tempo del recital di Manfredi è dedicato agli Studi sinfonici op. 13 di Robert Schumann. L'opera è costituita da variazioni su un tema che non è di Schumann ma di un dilettante, il barone von Fricken, padre della fidanzata di quel momento, prima che sbocciasse il grande amore per Clara Wieck. Il barone, che suonava il flauto, aveva mandato nel 1834 a Schumann un suo tema con variazioni, sollecitando un parere. Schumann se la cavò, diplomaticamente, dicendo che il tema lo aveva interessato al punto da fargli pensare di scrivere a sua volta delle variazioni. Lo Schumann che nel 1834 pone mano agli Studi è un musicista di ventiquattro anni, che da poco tempo ha capito quale sia la sua vocazione vera, e l'ha abbracciata con dedizione assoluta. Finalmente, dopo aver sentito Paganini, nel luglio del '30 era giunta la decisione: il giovane che già ha dato brillanti prove di pianista e promettenti saggi compositivi, si getta anima e corpo nella musica. In ottobre abita già a Lipsia studiando con Friedrich Wieck. Passano due anni, durante i quali Schumann tenta di prepararsi alla carriera del virtuoso, forse per essere un Paganini del pianoforte. Il sogno sfuma brutalmente nel 1832, quando lo strambo meccanismo che il giovane ha inventato per rinforzare il quarto dito gli rovina senza rimedio una mano. Da quel momento Schumann sarà "soltanto" compositore.
Il calendario della stagione concertistica 2020, affidata alla direzione di Antonio Porpora Anastasio, è disponibile su www.ravelloarts.org
Fonte: Il Vescovado
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