Tu sei qui: PoliticaI misteri di casa Afeltra: sindaco di Amalfi rompe il silenzio
Inserito da (redazionelda), martedì 29 gennaio 2019 11:03:52
«Nel merito della vicenda edilizia ed urbanistica del caso Afeltra non ho nulla da dire. Non ne conosco esattamente i contorni ed i provvedimenti dell'Utc fanno seguito ad indagini disposte dalla Procura della Repubblica. Si tratta di una vicenda privata, ancorché riguardante un nostro illustre cittadino, per cui ogni intervento nel merito risulterebbe inevitabilmente indebito». Dopo giorni di interrogativi sul caso dell'abitazione di casa Afeltra, il sindaco di Amalfi Daniele Milano rompe il silenzio. Lo fa attraverso una lettera pubblicata stamani sul Corriere del Mezzogiorno in cui svela che il caso sia nato in seguito a una denuncia anonima che ha portato all'ordinanza di demolizione e ripristino dello stato dei luoghi all'abitazione che fu del grande giornalista amalfitano. E alla scoperta dei fascicoli mancanti.
«Farò qualche breve considerazione attorno al "caso" del faldone mancante. Mi rendo conto che è prassi chiamare in causa il sindaco o l'amministrazione su qualsiasi vicenda, incluse quelle in cui ne sono totalmente estranei (come questa). Lo è soprattutto per taluni oppositori che si aggrappano a tutto pur di provare a dare peso alla loro evanescenza - scrive Milano cercando di offrire qualche elemento in più in questa vicenda a tinte fosche - L'Archivio del Comune di Amalfi contiene migliaia di faldoni, spostati più e più volte nel corso di decenni all'interno della casa comunale. Il faldone mancante è del 1967 (ovvero 52 anni fa) e conteneva ventiquattro pratiche, tra cui quella del caso di specie. Da allora - in qualunque momento-potrebbe essere stato "smarrito" o semplicemente «spostato» senza essere poi rimesso ordinatamente al suo posto. E ciò potrebbe essere accaduto, banalmente, anche nei 14 anni in cui i citati oppositori hanno guidato il Comune. Nessuno ha mai cristallizzato la consistenza dell'Archivio comunale (fatta eccezione per quello Storico) motivo per cui affermare che alcun documento sia mai andato perso in decenni è semplicemente una boutade.
I titoli edilizi sono conservati presso gli enti e sono rilasciati in originale agli aventi causa. Auspico che possano essere ritrovati, nell'archivio del Comune o del privato, così da far piena luce sui contorni della vicenda ed a tutela di tutte le persone coinvolte. Infine, la stampa ha associato la nascita del problema al faldone mancante, mentre qualcuno ha detto che ne è la soluzione. Sarebbe interessante sapere se chi ha vergato la denuncia anonima, da cui poi è originata l'indagine della Procura, sia qualcuno che si occupa di compravendite immobiliari».
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Fonte: Il Vescovado
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