Tu sei qui: PoliticaRavello-Costa d'Amalfi Capitale Cultura: Centro Universitario Europeo promotore del progetto estromesso senza ragione
Inserito da (redazionelda), venerdì 18 agosto 2017 20:20:34
Il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, escluso dal tavolo tecnico per Ravello Costa d’Amalfi Capitale italiana della Cultura 2020. La prestigiosa istituzione culturale attiva dal 1983, con sede a Villa Rufolo, non risulta tra gli attori del progetto che vede comune capofila proprio il Comune di Ravello, socio fondatore del Centro.
«Fin dalla metà dello scorso maggio, profilandosi la possibilità di una candidatura della Costiera Amalfitana a Capitale Italiana della Cultura 2020, questo centro si è adoperato investendo direttamente della questione il Sindaco di Ravello e favorendo i contatti con l’ambasciatore Francesco Caruso, consigliere del presidente della Regione Campania per le relazioni internazionali e i rapporti con l’UNESCO, nonchè da lungo tempo amministratore del Centro» spiega il presidente Alfonso Andria in una missiva trasmessa oggi ai quattordici sindaci (Agerola compreso) della Costiera che sostengono il progetto.
«Successivamente, nel rilevare con soddisfazione il coinvolgimento delle Istituzioni culturali del territorio - in primo luogo Fondazione Ravello - il Centro ha dovuto constatare con sommo stupore la sua esclusione dal Tavolo Tecnico, che proprio quest’oggi si appresta a celebrare la seduta conclusiva» ha sottolineato il senatore Andria che ha ricordato come, nel corso del dell’edizione 2011 di Ravello Lab – Colloqui internazionali, a cura del Centro Universitario e di Federculture, nacque la proposta della Capitale Italiana della Cultura sul modello ECOC (Capitale europea della Cultura). Nel dicembre dello stesso anno, proprio Andria, all’epoca senatore, presentò un ddl sull’argomento. E a principio della legislatura in corso il ministro Franceschini ha recepito la proposta inserendola nel decreto Cultura (clicca qui per approfondire).
E dire che nel corso dell’assemblea dei sindaci del 18 maggio scorso il Centro Universitario era stato individuato come partner tecnico del progetto. Perciò il presidente Andria non comprende i motivi a base dell’estromissione del Centro che ha sede nelle sale di Palazzo Rufolo, in condominio con gli uffici del responsabile del progetto Secondo Amalfitano che nel frattempo chiede di stringere sinergie, «mettendo da parte campanilismi, fazioni, partiti e invidie».
Si attende, ora, la risposta del sindaco di Ravello Salvatore Di Martino.
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Fonte: Il Vescovado
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