Questa mattina abbiamo avuto il privilegio di pranzare in uno dei ristoranti più esclusivi della Costa d'Amalfi. In una recente intervista per "Lusso Gentile", Vito Cinque, manager e patron de Il San Pietro di Positano, aveva dato una sua definizione di lusso che si sposa perfettamente con l'anima del Carlino, il ristorante della struttura a picco sul mare: «... non ci preoccupiamo di stupire.[...] Non pensiamo al lusso: sono gli ospiti che lo percepiscono.»

Quasi comprendiamo quando, coloro che vivono questi luoghi, hanno difficoltà a raccontarne senza utilizzare superlativi assoluti; difficile, poi, descrivere la bontà dei piatti degustati senza scadere nel banale. "Un ristorante informale in cui è impossibile trovarsi a disagio e in cui si mangia divinamente" questa la descrizione più semplice che siamo riusciti a coniare.

Il Carlino è la sintesi di un'idea: quella di trasmettere benessere ai propri ospiti. Con metà della sala occupata, i camerieri sembrano sfilare, sicuri e leggeri, sulla piattaforma in legno che sembra assorbire i benefici delle onde del mare che fa da colonna sonora ad un'esperienza sensoriale in cui il cibo, per quanto delizioso, assume un aspetto marginale.

Il livello è altissimo (il superlativo assoluto è purtroppo necessario) e non c'è pretenziosità. Qui sembra veramente che a nessuno importi di essere giudicati come i migliori pur essendo probabilmente consci, nel loro intimo, di esserlo. Ecco! La consapevolezza di custodire un luogo magico, intimo e raccolto, fa del team del Carlino, dalla cucina alla sala, i veri protagonisti di questa nostra esperienza.

La tartare di ricciola, divina come antipasto, il polpo arrostito con patate e pomodori secchi, i fusilli con baccalà, fino al babà, oggi inserito tra le specialità del giorno, passano in secondo piano. Qui abbiamo perso la percezione dello spazio e del tempo, certi di essere stati parte di un affresco dipinto su una sinfonia di sapori resi unici da un'orchestra che ha suonato con il cuore.