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Vino: 'A Scippata di Apicella conferma il suo pregio

Inserito da (redazionelda), domenica 22 ottobre 2017 18:03:15

Torna a incantare i sensi la cena degustazione di Cantine Apicella, che periodicamente (poco più di un anno fa la prima verticale a Ravello) propone a giornalisti e intenditori il suo prodotto di punta, ‘A Scippata. Si tratta del vino riserva dell'azienda, naturalmente munito di denominazione "Costa d'Amalfi doc" sottozona Tramonti, e ha conservato il nome della vigna da cui si produce l'uva di varietà tintore che costituisce all'80% questo vino dal color porpora intenso. Una vigna che è rimasta la stessa di cento anni fa, quella impiantata dal trisavolo di Prisco Apicella sradicando gli alberi di castagno di cui era pieno il fondo: da qui il nome, che chi mastica un briciolo di napoletano può ben ricollegare. Una vigna tutta franca di piede, tutta italiana insomma, non innestata su radici di viti americane (come il sangiovese, il trebbiano, il nebbiolo e circa il 90% dei vitigni europei) perché mai intaccata dalla fillossera. Da un secolo le sue viti assorbono sostanze nutrienti dal terreno, che donano all'uva una qualità non indifferente.

Giovedì scorso location d'onore è stato l'Hotel Pietra di Luna, sapientemente gestito dal direttore Alfonso Imperato, lieto di fare gli onori di casa, ospitando il frutto del sapiente lavoro che Giuseppe Apicella porta avanti dal 1977, ereditato con passione dai figli Fiorina e Prisco (quest'ultimo con la moglie Marianna). Dapprima un aperitivo a base di stuzzicherie come gli involtini di pancetta e castagne, le frittelle di fiori di zucca e il pane con ricotta e crema di cachi, naturalmente innaffiate dai vini bianchi e rossi dell'azienda. Ma poi, la scena è stata rubata maestosamente dal protagonista, ‘A Scippata, di cui gli ospiti hanno degustato tre annate: 2010, 2008 e 2007. E con sommo stupore, hanno scoperto le differenze che uno stesso vino può regalare se rimane negli scaffali per lassi di tempo differenti. Magistrale la proposta di menu dello Chef Cristian De Rosa e del Maitre Gerardo Proto. Ad animare la serata con piacevoli musiche della tradizione, l'atmosfera allegra e familiare creata dalle chitarre e dai mandolini.

Il calice ha per primo accolto ‘A Scippata Riserva 2010, di un colore rosso rubino con leggere sfumature cardinalizie. Roteando il bicchiere, il prezioso nettare si muove mediamente fluido nel bicchiere e presenta un naso intenso e complesso: dalla ciliegia alla frutta rossa in generale, con interessanti sentori di cuoio e pellame. Alle olfazioni successive possiamo avvertire la liquirizia e le spezie, in primis il pepe. A tavola è stato abbinato ad un invitante risotto ai funghi del sottobosco tramontino, regalando ai commensali il piacere di una buona contrapposizione tra le dolcezze del primo piatto e la giusta astringenza della riserva.

Con il secondo primo, gnocco di castagne e salsiccione speziato, è stata servita ‘A Scippata Riserva 2008. Il vino, stavolta si presenta quasi torbido al bicchiere, come ad indicare una sostanza colorante in movimento, un vino tintore ancora in divenire, con un rosso carico e riflessi appena granati. Malgrado la decantazione, (operazione d'obbligo per un vino di nove anni) al naso appare leggermente chiuso con sensazioni di polvere. È stato necessario, dunque, attendere un attimo e, dopo qualche vigorosa roteazione del bicchiere, è ricomparso il frutto rosso, ma stavolta una ciliegia sotto spirito, forte dei 14,5 % gradi alcolici espressi da questa annata. E poi un sottobosco fitto, di more e porcino. Elegante spezia di pepe. Bocca di ingresso rotondo e pieno. Tannino equilibrato con finale lungo, su aromi fruttati. Per un felice matrimonio tra vino e pietanza.

Servita con un filetto di maiale marinato e brasato con riduzione di Tintore accompagnato da un delicatissimo involtino di verza alla montanara, ‘A Scippata Riserva 2007. Alla vista limpido e di intensità massima, con riflesso sicuramente granato. Al naso complessità e potenza, malgrado i dieci anni di invecchiamento. Netti i profumi fruttati, di ciliegia cassis more anche in confettura, note speziato, (tabacco, pepe) e leggermente balsamiche (mentolo). A ricordo di un'annata eccezionalmente calda e secca quasi come quella appena trascorsa, risalta molto all'esame gusto olfattivo, dove l'ingresso appare alcolico e morbido, ma i tannini mostrano ancora la loro ruvidezza e la loro carica, anche a distanza di anni. Una vivezza del sorso che regge bene al filetto di maiale brasato al tintore, che necessita di un vino che abbia corpo e giusta tannicità. Lo stesso discorso può essere fatto per l'involtino di verza che risulta molto dolce per la presenza del gateau interno e che quindi si contrappone alla ruvidezza del tannino espresso nella versione 2007. Sembra che la più gradita dalla platea sia stata proprio ‘A Scippata 2007.

Gran finale con Colli di Salerno Passion, il passito delle Cantine Apicella, ideale per accompagnare il dessert, un delicatissimo choux alla nocciola. L'aspetto limpido del colore giallo-dorato tendente all'ambra rivela un profumo abbastanza intenso con toni floreali (fiore di arancio) e fruttati, anche secchi (fichi essiccati, mandorla, noci). Il gusto olfattivo appare leggermente dolce con buona freschezza, non stucchevole il retrogusto, ma con ottimo ritorno di note essiccate come la mandorla. Ed è stato amore a primo assaggio.

Fonte: Il Vescovado

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