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Sassari: eseguito il primo prelievo multiorgano da donatore a cuore fermo

Una donazione che venerdì scorso ha permesso il prelievo multiorgano di reni, fegato e cornee da un paziente di 65 anni che aveva espresso la volontà di donare al rinnovo della carta d'identità.

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), martedì 15 ottobre 2024 11:15:41

«Abbiamo segnato un momento storico per la sanità della nostra regione e per la nostra azienda che - afferma il direttore generale dell'Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano - è la prima a realizzare nell'Isola un prelievo di organi a cuore fermo. Un lavoro che ha coinvolto un gran numero di professionisti esperti. Un ringraziamento particolare va al donatore e alla sua famiglia che hanno permesso la realizzazione di questa donazione che salverà la vita ad altri pazienti in lista d'attesa».

Così il manager sassarese commenta la realizzazione dell'avvio del progetto prelievi di organi a cuore fermo avviato a Sassari, dove l'Aou risulta essere la prima azienda a realizzarlo. Un lavoro che frutto di una stretta sinergia tra equipe diverse e che, in questo campo, avvicina l'Isola a poche altre regioni d'Italia.

Una donazione che venerdì scorso ha permesso il prelievo multiorgano di reni, fegato e cornee da un paziente di 65 anni che aveva espresso la volontà di donare al rinnovo della carta d'identità.

«È la prima donazione a cuore fermo in Sardegna e questo ci rende veri e propri "pionieri". L'avvio del programma - aggiunge la dottoressa Paola Murgia, coordinatrice locale dei trapianti e responsabile del Coordinamento ospedaliero procurement (Cop) dell'Aou di Sassari - ci rende orgogliosi, perché ci mette al pari con altre regioni d'Italia - e sono poche -, tra le quali il Veneto, l'Emilia Romagna, la Lombardia».

Il lavoro multidisciplinare ha coinvolto la Terapia intensiva del Santissima Annunziata guidata dal dottor Leonardo Bianciardi e ha visto operare a stretto contatto gli specialisti Ecmo con il medico intensivista la dottoressa Stefania Milia quindi i cardiochirurghi e i perfusionisti guidati da Michele Portoghese, i cardioanestesisti guidati dal dottore Andrea Balata, gli infermieri di sala operatoria, quindi il team della Clinica Urologica diretta dal professor Massimo Madonia, gli specialisti del laboratorio analisi diretto da Angela Bitti, la Microbiologia e virologia del professor Salvatore Rubino, il Centro trasfusionale diretto dal dottor Pietro Manca, la Radiologia diretta dal professor Salvatore Masala, gli oculisti della Clinica diretta dal professor Antonio Pinna e l'Anatomia patologica diretta dal professor Antonio Cossu.

La procedura, che ha comportato il prelievo di fegato e reni destinati a pazienti in attesa è stata portata a termine con successo sulla base del programma nazionale di donazione a cuore fermo del CNT - Istituto Superiore di Sanità - già adottato in diverse Regioni del nostro Paese ed avviato quest'anno anche nella nostra Regione dal Centro Regionale Trapianti con il supporto dell'Assessorato della sanità della Regione.

«Si aprono nuove promettenti prospettive per la nostra isola nel settore dei Trapianti: questa procedura consente di ampliare il numero di potenziali donatori contribuendo a soddisfare la domanda dei pazienti sardi in attesa di trapianto nella nostra isola, e rafforzando contestualmente la rete di interscambio nazionale». Così l'assessore della sanità, Armando Bartolazzi, promotore della delibera che ha dato recentemente il via libera all'istituzione del protocollo operativo sul Programma di donazione organi a cuore fermo (DCD).

«La donazione a cuore fermo è una tecnica innovativa, già presente nelle realtà più avanzate del nostro paese e che ora porta la nostra regione fra i punti di riferimento nazionali nel settore. La Sardegna vanta già da tempo un consolidato background nell'ambito trapiantologico, cosa che ha consentito di individuare nell'ARNAS Broztzu e nell'Azienda ospedaliero-universitaria di Sassari i due punti di riferimento per l'introduzione di una nuova tecnica ad alta complessità che a pochi mesi dall'ok dell'esecutivo regionale è già una realtà». E' stata la delibera regionale 29/1 dello scorso 7 agosto ad introdurre per la prima volta in Sardegna il Programma di donazione e prelievo di organi a cuore fermo, con l'istituzione di un apposito tavolo tecnico di appoggio presso la Direzione Generale della Sanità.

La donazione a cuore fermo è un programma di donazione di organi da donatore cadavere che viene effettuata da soggetti deceduti per arresto cardiocircolatorio e sottoposti ad accertamento di morte con criteri cardiologici (Donor after Circulatory Death - DCD), diversamente dai donatori in morte encefalica, programma già da anni regolarmente svolto nella nostra Regione, nei quali l'accertamento di morte viene effettuata con criteri neurologici (Donor after Brain Death - DBD). Aspetto peculiare della donazione a cuore fermo è dato dalla certificazione di morte con criteri cardiologici che in Italia può avvenire solo dopo venti minuti di arresto cardiaco registrati con elettrocardiogramma, per cui, per evitare che gli organi possano risentire della cosiddetta ischemia calda sistolica (ovvero quella fase in cui il circolo è fermo e gli organi sono in sede, ma non perfusi dalla circolazione ematica, né fisiologica, né artificiale, né sostenuta da manovre di rianimazione cardiopolmonare), occorre mettere in atto tecniche specifiche e un rigoroso rispetto dei tempi, che presuppone una elevata professionalità ed una perfetta sinergia tra i diversi operatori.

Il lavoro che è stato svolto nel corso della donazione presso l'AOU di Sassari è stato particolarmente impegnativo, in quanto si è trattato di un processo clinico-chirurgico di alta complessità, che ha richiesto un elevatissimo livello di collaborazione tra strutture e discipline diverse presidiate dal Coordinamento Locale e tramite la Centrale Operativa Regionale, dal Centro Regionale Trapianti.

«Il programma regionale a cuore fermo - spiega il Lorenzo D'Antonio, coordinatore regionale trapianti - consentirà un sensibile aumento in Sardegna della disponibilità di organi, in particolare fegato e reni, che permetterà di eseguire un numero maggiore di trapianti con conseguente riduzione dei tempi di attesa per i pazienti iscritti in lista affetti da gravissima insufficienza d'organo.

«Siamo impegnati - ha proseguito D'Antonio - a proseguire su questa strada, con l'obiettivo di rendere il nostro sistema regionale di donazione e trapianto sempre più efficiente ed efficace, consapevoli che per ottenere risultati concreti ed importanti sia necessario dotare le nostre strutture dedicate di risorse adeguate indispensabili per poter svolgere un lavoro così complesso e articolato. La donazione a cuore fermo che ha avuto luogo a Sassari - ha concluso - è stato il risultato di un bellissimo lavoro di equipe, un esempio di grande impegno e di condivisione, per il quale mi sento di ringraziare in particolare il Dott. Giuseppe Feltrin, direttore del Centro nazionale trapianti, la Dott.ssa Paola Murgia ed il Dott. Leonardo Bianciardi rispettivamente coordinatrice locale e direttore della Terapia Intensiva dell'Aou di Sassari, ma anche tutti i singoli professionisti che hanno partecipato attivamente al processo».

Fonte: Positano Notizie

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