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Elena Milano: una figura di appassionata docente

Inserito da (redazionelda), lunedì 8 febbraio 2021 17:50:00

di Francesco Criscuolo

Uno degli effetti più sconvolgenti della pandemia in corso, che, come è ormai risaputo, ha inciso in maniera rilevante sulle consuetudini di vita individuale e collettiva, è la sospensione di radicate usanze sociali e di spontanee manifestazioni di volontà e di sentimenti anche di fronte alla morte.

Modalità comuni e tradizionali di omaggio a chi lascia la scena di questo mondo, come le visite ai parenti, la partecipazione ai riti funebri, il corteo di accompagnamento al cimitero e relativo concorso di popolo, eventuali notazioni commemorative sono cadute in forzosa desuetudine, quando non addirittura impedite da specifici provvedimenti normativi.

E', comunque, innaturale che la dipartita di amici o di persone di qualsiasi età e condizione sociale, che nel loro percorso di vita hanno dato il meglio di sé, possa essere considerata una fugace parentesi o essere consegnata all'oblio nello stesso momento in cui ne viene data notizia.

Pochi giorni fa ha concluso la sua vicenda terrena Elena Milano, alla cui indimenticabile figura di docente è giusto dedicare adeguata attenzione e riflessione.

Nel libro biblico del Siracide si legge che "nella morte di una persona si manifestano le sue opere" (Sir. 11, 27). Ricchi di opere, anche per la sua longevità di ultranovantenne, sono stati i giorni della Prof.ssa Milano, che ha messo in azione un capitale di intraprendenza, di competenza, di energia positiva, di entusiasmo per porlo al servizio della collettività prima nell'ambito chimico - farmaceutico fino agli anni ‘60 del secolo scorso e, successivamente, fino ai primi anni ‘90, nel mondo della scuola.

La sua è stata, quindi, un'esperienza professionale poliedrica, compiuta in varie sedi, anche al di fuori dei confini provinciali. Esercitò, infatti, la professione di farmacista ad Agropoli, a Serino, ad Ottaviano, a contatto con molteplici strati umani e sociali e a fronte di emergenze e complicazioni dovute a un'assistenza sanitaria malcerta e carente. Impegnata a salvaguardare la schiettezza e la genuinità dei rapporti interpersonali, non ha ceduto a farne sia pur larvate di intimidazione o di ricatto, facendo leva su uno spiccato senso dell'etica del lavoro, sulla fermezza di carattere e sulla solidità del sapere scientifico.

Su queste stesse doti si basò nell'esercizio della funzione docente, ottenuta per concorso, pochi anni dopo l'entrata in vigore della riforma della scuola secondaria inferiore.

Insegnò matematica nelle scuole medie di Positano, di Ravello, di Minori.

Incline a una sostanziale riservatezza, aliena da ogni forma di protagonismo, sollecita del miglior apprendimento possibile da parte di tutti gli alunni affidati alle sue cure, conferì all'attività didattica un'impronta squisitamente personale, volta a restituire un carico di speranza e di motivazioni sopratutto a quanti provenissero da ambienti culturali e sociali poco stimolanti.

Consapevole delle difficoltà di approccio a una disciplina talora aprioristicamente rigettata o di non facile gradimento come la matematica, si prodigò allo stremo per renderla il più possibile chiara e lineare alla mente dei preadolescenti.

Nel coraggio di preoccuparsi degli altri, prima che di sé, e nell'attaccamento alla quotidiana presenza scolastica non lesinò fatiche e sacrifici, tanto che, nei giorni di sciopero dei mezzi di linea, era solita raggiungere a piedi da Amalfi la sede di Minori.

Gli ex alunni di Minori ne ricordano con affetto, anche a conforto dei nipoti, il tratto umano congiunto alla passione dell'insegnare, di cui "la dolcezza ancora dentro sona" (Purg. II, 114).

Elena Milano continua, dunque, a rimanere un punto di riferimento per quanti l'hanno conosciuto ed apprezzato e la sua esemplarità sul piano della preparazione culturale, della dedizione e di una generosità, che va oltre la sensibilità meramente etico - deontologica, ha la forza di un messaggio nell'odierna pericolosa deriva di incompetenza e di sciatteria, che investe, purtroppo, non pochi segmenti del mondo professionale e delle relazioni sociali.

Fonte: Il Vescovado

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