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Cava de' Tirreni, rianimazione, chiusura, sanità

Ospedale di Cava de' Tirreni, l'allarme di Biondino: «Preludio a chiusura»

«La struttura morirà per consunzione atteso che la carenza di medici e il mancato affiancamento ai pochi allo stato operanti nei reparti attraverso reclutamenti eccezionali e straordinari sta a significare che il futuro è già scritto»

Inserito da (redazioneip), martedì 1 giugno 2021 09:45:09

Gaetano Biondino, delegato della CISL FP di Salerno e delegato della RSU dell'Azienda Ospedaliera Universitaria di Salerno, torna a parlare della situazione del reparto di rianimazione dell'ospedale di Cava de' Tirreni, ancora chiuso nonostante le promesse e gli annunci dell'amministrazione comunale cavese.

Per Biondino «la sospensione delle attività di elezione della Chirurgia e dell'Ortopedia nell'Ospedale di Cava dei Tirreni e la impossibilità di entrare nella filiera della emergenza a causa della mancata riattivazione della rianimazione mostra la volontà di non far decollare il presidio ospedaliero con una grave disattenzione a quelle che sono le potenzialità della struttura nell'ambito della garanzia dei livelli essenziali di assistenza sul territorio salernitano e cavese».

«Spiace dover constatare - prosegue il delegato della CISL FP di Salerno - che i proclami di una riapertura della rianimazione nel breve periodo in uno alle ipotesi di far ritornare alla normalità le attività sanitarie della struttura si infrangono sul muro della mancata volontà di riorganizzare la filiera assistenziale dell'azienda ospedaliera, decentrando funzioni e favorire la ripresa delle attività ordinarie per ridurre le liste di attesa oramai a livelli intollerabili. Da una parte si proclama la volontà di riaprire tutte le attività, dall'altra non si assumono medici per rilanciarle. La struttura morirà per consunzione atteso che la carenza di medici e il mancato affiancamento ai pochi allo stato operanti nei reparti attraverso reclutamenti eccezionali e straordinari sta a significare che il futuro è già scritto e sicuramente segnato verso un forte ridimensionamento, preludio ad una chiusura ipotizzabile senza tema di smentita».

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Fonte: Il Portico

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