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Storia e Storie

Alluvione, Ricordo, Anniversario, Vittime

24 ottobre 1910: 114 anni fa l'alluvione che devastò la Costiera Amalfitana

Ricordo del nubifragio del 24 ottobre 1910 che stravolse la vita a Cetara e Maiori, con un tributo alle vittime e ai soccorsi.

Inserito da (Admin), giovedì 24 ottobre 2024 07:38:06

Il 24 ottobre del 1910, un terribile nubifragio si abbatté sulla Costiera Amalfitana, lasciando dietro di sé un tragico bilancio di distruzione e morte. Quest'anno ricorrono 114 anni da quella catastrofe naturale che colpì duramente la regione, in particolare il comune di Cetara, dove la furia delle acque causò danni inimmaginabili e la perdita di 111 vite umane.

Le piogge incessanti iniziarono già nel pomeriggio del 23 ottobre, e per tutta la notte continuarono a scendere senza tregua, provocando colate detritiche che travolsero tutto ciò che trovavano sul loro cammino. Inizialmente, si pensava che il disastro avesse colpito principalmente l'isola di Ischia, ma ben presto si scoprì che la situazione lungo la costa amalfitana era ben più grave.

A Cetara, il torrente locale, gonfiato dalle piogge incessanti, travolse le case nella parte alta del paese, rendendo difficile persino stabilire il numero esatto delle vittime. Il segretario comunale descrisse la scena come «immane, spaventosa e terribile». La situazione non era meno grave a Maiori, dove si contarono 25 morti.

L'evento segnò la storia come la prima alluvione della regione ad essere documentata fotograficamente, grazie ai fotografi di 'L'Illustrazione Italiana'. Le immagini, catturate con tecniche dell'epoca che richiedevano lunghe esposizioni su lastre ortocromatiche, furono diffuse dai media, suscitando un'ampia commozione nazionale.

La risposta ai disastri fu pronta e significativa. Vittorio Emanuele III, durante una visita pastorale a Cetara, rimase profondamente colpito dal disastro: «Il Re, con passo svelto, tra Sua Eccellenza Sacchi e il Prefetto, comincia a salire verso la parte alta del paese, soffermandosi spessissimo a guardare i crepacci e le spaccature dei palazzi [...] Guarda con evidente impressione il terribile disastro e, poiché vede che l'altezza del materiale che ha seppellito Cetara raggiunge il secondo piano dei palazzi, rivolgendosi al Prefetto, gli domanda: ‘Ma è ghiaia questa?' E il prefetto: ‘Sì, tutta ghiaia, Maestà».
Al suo ritorno a Roma, sconvolto da quello spettacolo di distruzione, Vittorio Emanuele mise subito a disposizione del Presidente del Consiglio dei Ministri cinquantamila lire per gli aiuti e la ricostruzione.

Il Corriere della Sera del 24 ottobre 2010 diede ampio risalto alla notizia, aggiungendo nell'occhiello: «Il Papa invia cinquemila lire a favore delle vittime».

Fonte: Il Vescovado

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