Tu sei qui: Storia e StorieAlla testa dei Trombonieri “Regi Capitànei” e non capi squadra!
Inserito da (ilvescovado), lunedì 24 luglio 2017 21:40:39
Di Livio Trapanese
Come minuziosamente chiarito nel corso del convegno "Processo alla Pergamena in Bianco", tenutosi lo scorso 30 giugno nel Salone delle Conferenze del Palazzo di Città di Cava de' Tirreni, sottolineo che questa venne concessa alla Città di Cava per la resistente fedeltà mostrata alla Casa Aragonese nel corso dei dannosi "guasti" patiti dai nostri progenitori dal 20 al 28 Agosto 1460, ai quali non mancò l'intervento militare di Roberto Sanseverino, Principe di Salerno. La leggenda dei 500 fanti cavoti, affluiti in soccorso del Re Ferdinando I d'Aragona durante la battaglia di Sarno del 6/7 Luglio 1460, è stata definitivamente riposta nell'archivio dei falsi storici del ‘600.
Le principali tradizioni folkloristiche di Cava de' Tirreni, ovvero la "Benedizione dei Trombonieri", quale parte integrante dei Festeggiamenti in Onore del Santissimo Sacramento (replicati per rimembrare ai contemporanei il Miracolo Eucaristico avvenuto nel 1656, con la cessazione della peste bubbonica), e la "Disfida dei Trombonieri", organizzata dall'Ente Montecastello e dal 1968 nota quale "Gara di Sparo", non traggono origine da alcun fatto storico. La disfida fu ideata nel 1974 dal mai tanto compianto Luca Barba, dai vertici dell'allora Azienda Autonoma di Soggiorno Turismo (A.A.S.T.) e dei tre Casali dei Trombonieri a quel tempo già costituiti: Sant'Anna Scarico, oggi all'Oliveto (1937), Senatore (1946) e Santissimo Sacramento (1969), per incentivare il turismo a Cava de' Tirreni.
Nel corso degli annuali eventi, allorquando i distinti Casali vengono citati per sensibilizzare l'attenzione del pubblico presente, fra le altre indicazioni viene citato il termine "capo squadra", quando, a mio sommesso avviso, sarebbe corretto indicare: Regio Capitàneo; capo squadra non trova alcun riscontro negli antichi scritti! I Sodalizi, stante il numero dei componenti (78 unità), equivalgono, similmente, ad una compagnia di fanteria e non ad una squadra, atteso che quest'ultima, come tutti sanno, si compone di sole 9 unità. Tre squadre formano un plotone (27 unità) e tre plotoni costituiscono una compagnia (81 unità).
Chi dovesse ritenere che l'espressione Regio Capitàneo non ha alcun retaggio storico, ebbene, si sbaglia! L'appellativo Regio Capitàneo ha un passato ben documentato, come abbiamo rilevato dall'Archivio Storico Comunale cavese (A.S.C.), retto dalla dr.ssa Beatrice Sparano. Al plurale, lo troviamo indicato nella delibera dell'Università di Cava del 27 dicembre 1532 (fascio 629/I, fogli 249-251, classe II, sezione II): «L'Università invia alla corte di Carlo V i concittadini e Regii Capitànei civitatis Cavae: Giov. Federico Longo, Giov. Battista Castaldo e Giov. Matteo Longo per ottenere la conferma dei privilegi».
Quattro indicazioni: Capitàneo e Capitànio le troviamo nella delibera del 20 maggio 1534, quando l'Università assunse provvedimenti per la difesa della Città contro le invasioni dei turchi (A.S.C., classe II, sezione II, fascio 630, foglio 42): «Lo Signor Capitàneo facza ordine et mandato penale ... / ... dicto Signor Capitànio parerà ... / ... dicto Signor Capitànio facza ordine a li homini del dicto casale di Cetara ... / ... non hanno voluto obedire, che llo Signor Capitànio lle asgtrenga con ordini penali».
Altre indicazioni le troviamo nella delibera del 21 maggio 1534: «... Che facza riquesta al Signor Capitànio che facza partire dal casale de Veteri, La Molina, Arbori et Rayto che...».
La milizia della nostra Città, oltre ai Capitànei, si avvaleva anche dei "Capo dici", ovvero dei "comandanti di squadra". Una precisa indicazione la troviamo nel foglio 43 della delibera 21 maggio 1534: «... ad tucti li Capo dieci che allistano tucti li iuveni deli casali loro doneno ordine ...». Nei fogli 44 e 45 della medesima delibera troviamo riuniti nella Chiesa di San Giacomo (oggi nota per essere la Chiesa di Mamma Lucia) i Capitànei per deliberare provvedimenti per la difesa della Città, mentre in un susseguente capoverso leggiamo: «... lo predicto Signor Capitàno havendo dicta lista facza subito ordine penale ad dicti Capodieci ...».
Dopo aver fatto chiarezza sull'esatto toponimo della nostra Città: Cava de' Tirreni, che origina dal Regio Decreto n. 935 del 23 ottobre 1862, e dopo aver portato alla luce, per Decreto del Presidente della Repubblica del 10 ottobre 2014, l'unico ed esatto stemma di Cava de' Tirreni, che origina dall'epistola del 22 settembre 1460, a firma del Re Ferrante I d'Aragona, credo di aver fatto chiarezza anche sull'esatta denominazione dei "comandanti" dei Sodalizi dei Trombonieri, portando alla luce: "Regi Capitànio" o "Capitàneo" e non capo squadra, mentre i "capi" delle nove squadre che costituiscono il Casale, si potrebbero ben distinguere con la denominazione di: "Capo dieci".
Ai detrattori, ovvero ai duri di cervice, consigliamo di richiedere alla citata dr.ssa Beatrice Sparano, laboriosa Archivista storica della nostra biblioteca "Canonico Aniello Avallone", di poter ricercare nelle delibere comunali dei secoli passati, come abbiamo fatto noi, e solo in tal modo avranno contezza che le indicazioni Capitàneo o Capitànei e Capo dieci erano quelle e solo quelle le denominazioni in uso per i reparti in armi nella gloriosa Cavea.
Fonte: Il Portico
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