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Tu sei qui: Storia e StorieAntonio Taiani: una vita per il Gran Carnevale di Maiori

Storia e Storie

Dalla passione dei giovani alle opportunità lavorative, dall’amore nato tra i carri alla crescita turistica: il Carnevale di Maiori è molto più di una festa

Antonio Taiani: una vita per il Gran Carnevale di Maiori

Il Carnevale di Maiori non è solo un evento spettacolare, ma una vera e propria occasione di crescita personale e collettiva. Ha dato speranza a tanti giovani, trasformando difficoltà in opportunità, creando legami, ispirando carriere e facendo di Maiori un punto di riferimento. Con oltre 15.000 presenze nell'ultima edizione, il Carnevale continua a essere un punto di partenza per nuovi traguardi, con la speranza che questa tradizione venga tramandata nel tempo

Inserito da (Admin), sabato 22 febbraio 2025 16:24:20

Nel cuore del Carnevale di Maiori, tra l’arte dei carri allegorici e l’entusiasmo della comunità, c’è una figura che da decenni vive e custodisce questa tradizione con passione e dedizione: l'ing. Antonio Taiani. Storico componente della manifestazione, prima come giovane appassionato impegnato nella realizzazione dei carri, poi come responsabile della sicurezza, ha visto il Carnevale evolversi nel tempo, affrontando sfide e contribuendo alla sua crescita. Lo abbiamo incontrato alla vigilia della 51ª edizione per ripercorrere con lui i momenti più significativi di questa straordinaria avventura.

Ingegnere Taiani, ci racconti il suo primo ricordo legato al Gran Carnevale di Maiori. Come è nata la sua passione per questo evento?

«Il mio primo ricordo risale a quando ero bambino: il Carnevale era già un evento magico, un momento di festa in cui tutto il paese si riuniva per dare vita a qualcosa di unico. Crescendo, ho iniziato a partecipare attivamente, lavorando alla costruzione dei carri allegorici. La passione è nata in quegli anni, vedendo con quanta dedizione e creatività le persone si impegnavano per rendere ogni edizione speciale.»

Ha vissuto il Carnevale da diverse prospettive, prima come giovane appassionato e poi come responsabile della sicurezza. Come è cambiato il suo ruolo nel tempo?

«All’inizio ero uno dei tanti ragazzi entusiasti che passavano giorni e notti nei capannoni a lavorare sui carri. Poi, con il tempo, ho assunto un ruolo diverso, occupandomi della sicurezza dell’evento. È stata una trasformazione naturale: dal costruire i carri a garantire che potessero sfilare in totale sicurezza, proteggendo chi li realizzava e il pubblico.»

Quali sono le maggiori difficoltà che si incontrano nella gestione della sicurezza di un evento così grande e partecipato?

«Il Carnevale è un evento complesso, che coinvolge migliaia di persone. La sfida più grande è garantire che tutto si svolga senza incidenti, dalla stabilità dei carri alla gestione del flusso di spettatori. Negli anni abbiamo lavorato molto per migliorare le misure di sicurezza, adeguandoci alle normative sempre più stringenti.»

Il Carnevale di Maiori è famoso per la qualità artistica dei carri allegorici. Quanto è importante il rispetto delle norme di sicurezza nella loro realizzazione e sfilata?

«È fondamentale. La bellezza dei carri non può prescindere dalla sicurezza. Ogni struttura deve essere progettata con criteri precisi, testata e controllata per evitare rischi. Negli anni abbiamo introdotto regolamenti più severi per garantire che la creatività non vada mai a discapito della sicurezza.»

Ci sono stati momenti particolarmente critici nella storia del Carnevale in cui la sicurezza è stata messa alla prova? Se sì, come li avete affrontati?

«Sì, in alcuni anni abbiamo dovuto affrontare condizioni meteo avverse o problemi tecnici che hanno richiesto interventi tempestivi. Ogni volta, grazie alla collaborazione tra organizzatori, volontari e forze dell’ordine, siamo riusciti a trovare soluzioni rapide ed efficaci.»

Quali sono le principali innovazioni introdotte negli ultimi anni per garantire che l’evento si svolga in totale sicurezza?

«Abbiamo migliorato la progettazione dei carri, introdotto materiali più leggeri ma resistenti, rafforzato le procedure di controllo e implementato nuove strategie per la gestione del pubblico. La tecnologia ci aiuta molto, ma il fattore umano resta essenziale: la preparazione e la collaborazione di tutti fanno la differenza.»

Il Carnevale non è solo una festa, ma un’occasione per tramandare tradizioni. Come vede il futuro di questa manifestazione e quali sfide si prospettano?

«Vedo un Carnevale sempre più grande, coinvolgente e innovativo, capace di abbracciare non solo Maiori ma tutta la Costa d’Amalfi. Gran parte del merito va alle nuove generazione, ad Alfonso Pastore e alle amministrazioni che si sono fin qui succedute e che hanno sempre creduto in questo evento. La sfida è far sì che le nuove generazioni raccolgano il testimone, mantenendo viva la passione e il rispetto per questa tradizione.»

Qual è il ricordo più bello che conserva di tutte le edizioni del Carnevale a cui ha partecipato?

«Ce ne sono tanti, ma forse il più emozionante è stato il primo anno in cui ho visto un carro realizzato con il mio contributo sfilare per le strade. È stato un momento di orgoglio indescrivibile.»

Se dovesse dare un consiglio ai giovani che oggi si avvicinano all’organizzazione del Carnevale, cosa direbbe?

«Di metterci cuore e impegno. Il Carnevale è sacrificio, lavoro di squadra, notti insonni, ma anche un’esperienza che lascia il segno. È un’eredità da custodire e tramandare.»

Cosa significa per lei, a livello personale e professionale, essere una colonna portante di un evento così storico e amato come il Gran Carnevale di Maiori?

«È una grande responsabilità e un immenso onore. Il Carnevale è parte della mia vita, un pezzo della mia storia. Vederlo crescere e continuare a emozionare le persone mi riempie di gioia.»

Prima di iniziare la nostra chiacchierata le ci ha detto «Il Carnevale "è una cosa seria"»! Ci spiega questo concetto?

«Lo so, può far sorridere detto così, considerando il tipo di manifestazione, ma voglio darvi qualcosa su cui riflettere. Il Carnevale ha aiutato tanti ragazzi, non solo oggi, ma anche in passato. Ragazzi che hanno affrontato difficoltà di ogni genere hanno trovato, grazie all’aggregazione e alla passione per questa manifestazione, la forza per superare momenti davvero difficili della loro vita. C’è chi ha scoperto una vera passione, trasformandola in un mestiere. C’è chi, tra maschere e carri allegorici, ha trovato l’amore e costruito una famiglia. A livello turistico, Maiori ha raggiunto numeri straordinari. Durante la 50ª edizione, oltre 15.000 persone hanno scelto di vivere l’emozione di questa festa, un risultato che dimostra quanto il Carnevale sia ormai un evento di riferimento. Ma questo non è un punto di arrivo, bensì un nuovo punto di partenza. Si può sempre fare di più, si può sempre migliorare, si può rendere questa festa ancora più grande e coinvolgente. Spero che, qualunque cosa accada, questa tradizione venga tramandata di generazione in generazione, perché ne vale davvero la pena».

Avete un vostro motto?
«"Forza ragazzi, ce la faremo... ce la dobbiamo fare!"
Quante volte l’abbiamo ripetuto nel silenzio delle notti di lavoro… e continueremo a farlo.
Noi ci saremo!»

Fonte: Il Vescovado

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