Tu sei qui: Storia e StorieCava de' Tirreni: la storia del maggiore Pasquale Capone, medaglia d’oro al valor militare
Inserito da (redazioneip), giovedì 16 settembre 2021 14:47:05
Il gruppo "Cava storie", che ha lo scopo di far conoscere a grandi e piccini le bellezze di Cava de' Tirreni e dintorni, specie quelle di cui poco si parla, ha voluto ricordare la storia del Maggiore di Artiglieria Capone Pasquale (Salerno, 1896 - Cava de' Tirreni, 16 settembre 1943), che partecipò alla Prima guerra mondiale come ufficiale di complemento.
Passato poi in servizio permanente effettivo, capitano d'artiglieria, partecipò alla Seconda guerra mondiale combattendo in Africa settentrionale. Ammalatosi nel 1941 fu rimpatriato e collocato in aspettativa con il grado di maggiore. Il 16 settembre del 1943, fu protagonista di un gesto eroico, quando, presso la propria abitazione nella campagna di Castagneto dei soldati tedeschi stavano per fucilare un gruppo di patrioti. Nonostante fosse in casa con il padre Matteo ed il figlio di circa dieci anni, non esitò ad imbracciare il fucile ed aprire il fuoco sul drappello tedesco. Durante lo scontro i civili riuscirono a porsi in salvo dandosi alla fuga. I soldati tedeschi, individuarono l'abitazione dalla quale erano partiti i colpi e l'assaltarono; sfondarono la porta ed uccisero il vecchio padre. Nonostante fosse stato ferito e noncurante del rischio cui esponeva il figlio, senza più munizioni si difese ancora strenuamente fino a quando non venne sopraffatto, strappato al figlio e trascinato in un bosco vicino, nei pressi della villa Cardinale, dove fu immediatamente fucilato. Il corpo del maggiore Capone fu ritrovato dopo due mesi circa, poco distante dalla sua casa e insepolto. Gli fu conferita la medaglia d'oro al valor militare.
Dal sito del Quirinale si legge «Travolto dagli eventi che seguirono lo sbarco alleato in Italia, per tener fede al giuramento, si sottraeva alle imposizioni tedesche. Visto giungere nei pressi della casa di campagna che lo ospitava un forte drappello nemico che si apprestava a fucilare alcuni civili, già catturati, col solo aiuto del vecchio padre, con armi proprie, apriva decisamente il fuoco contro il drappello stesso impedendo così la immanente tragica esecuzione. Visto cadere al suo fianco il genitore, noncurante del rischio cui esponeva sé stesso ed il proprio figlioletto decenne, ultimate le munizioni, offriva ancora al drappello tedesco, che era riuscito a penetrare nella casa, la più strenua difesa finché veniva sopraffatto, strappato al figlio e, solidamente avvinto, trascinato in un bosco vicino ove affrontava fieramente il supremo sacrificio.»
Foto: Cava Storie
Fonte: Il Portico
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