Tu sei qui: Storia e StorieDa Caserta a Trieste, il viaggio del cavallo persano per promuovere la tutela della salute mentale
Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 30 settembre 2022 09:15:39
Parte dalla Reggia borbonica, domenica 2 ottobre alle ore 10.30, il viaggio del cavallo della Razza Governativa di Persano che - attraverso i servizi per il disagio psichico e le comunità di tutta Italia - raggiungerà la statua di Marco Cavallo a Trieste, simbolo di quella legge 180 del 13 maggio 1978 (Legge Basaglia) che aboliva i manicomi in Italia.
Una vera e propria impresa per il cavallo Esso e il suo cowboy Sam Adul, arrivato appositamente dall'Australia: 2 mesi di viaggio in solitaria;1180Km da San Tammaro (Caserta) a Marco Cavallo a Trieste;50tappe in Italia, ospiti ogni sera dalle varie comunità terapeutiche riabilitative e socio educative, chiamando a testimoniare direttamente le persone che soffrono di queste fragilità.
"Il viaggio del Persano per la salute mentale- dichiara Santo Rullo, medico psichiatra e responsabile scientifico di ECOS -è una provocazione itinerante che accenderà i riflettori sulle condizioni di disagio mentale nei diversi territori, con l'obiettivo di spronare il settore pubblico, quello privato e il terzo settore ad implementare approcci integrati che valorizzino gli interventi complementari psicosociali, di empowerment e di partecipazione".
L'obiettivo del progetto - fortemente voluto dalla madrina dell'iniziativa, la principessa Philippa Torlonia, e realizzato dall'associazione no profit Ecosin collaborazione con Fondazione Real Sito di Carditello e Rai per la Sostenibilità, con il fondamentale contributo della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale- è riscoprire l'attualità del pensiero basagliano e attuarlo in tutti i territori, strutturando a pieno quel complesso di attività di supporto sociali, complementari al trattamento farmacologico e psichiatrico.
"Reputo assolutamente importante sostenere- commenta Emmanuele F. M. Emanuele, presidente della Fondazione Terzo - Pilastro Internazionale -un'iniziativa tanto inedita quanto efficace, grazie alla quale un cavaliere incontrerà gli abitanti di piccoli paesi e città più grandi, lungo un tragitto di circa 1.200 chilometri, portando la sua testimonianza sull'importanza vitale della salute mentale per l'essere umano e raccontando quanto siano numerose le persone che soffrono a causa di questo tipo di fragilità. La condivisione delle esperienze e la vicinanza della propria comunità di appartenenza possono essere un prezioso e valido supporto alle terapie tradizionali, soprattutto in questo momento storico così difficile che ha messo a dura prova l'equilibrio psicologico di larga parte della nostra società, a partire dagli adolescenti e dalle categorie più vulnerabili".
In ogni tappa del viaggio, la cittadinanza attiva e le realtà territoriali impegnate in quest'ambito, verranno chiamate a testimoniare l'importanza della salute mentale e a raccontare le esperienze di successo che supportano ogni giorno le persone che soffrono di queste fragilità.
"Il Real Sito di Carditello- afferma Luigi Nicolais, presidente della Fondazione Real Sito di Carditello -è sempre stato un modello di inclusione e un luogo di incontro. Il progetto Ecos rappresenta non solo la conferma della nostra missione, che si concentra proprio sul ruolo sociale dei siti culturali e sulla partecipazione della comunità, ma soprattutto un simbolo di rinascita per l'intero territorio. La Fondazione intende ripercorrere la storia del complesso monumentale attraverso la valorizzazione della Razza Governativa di Persano. Un passo ulteriore verso il nostro grande progetto di rilancio, attraverso percorsi di ippoterapia, attività dedicate al benessere psicofisico dei visitatori e campagne di sensibilizzazione rivolte alle nuove generazioni".
Caratteristica preponderante del Real Sito di Carditello è la presenza dei cavalli della Razza Governativa di Persano, la razza pregiata dei cavalli di Stato nati nel 1744 per volontà del ReCarlo di Borbone, frutto di un incrocio ben riuscito tra stalloni turchi e giumente del Regno di Napoli.
Fonte: Occhi su Salerno
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