Tu sei qui: Storia e StorieIl Natale di qualche decennio fa
Inserito da (redazionelda), mercoledì 18 dicembre 2019 09:52:44
di Andrea Citarella*
Con l'avvicinarsi di questo importante e austero periodo dell'anno tornano alla mente i ricordi di quando sin da ragazzi, poi da adolescenti e quindi da giovanissimi, vivevamo non solo il Natale ma tutte le feste dell'intero periodo natalizio. Si iniziava già dalla fine di ottobre a cercare tutto quello che poteva essere utile per allestire il presepe, il quale doveva essere necessariamente pronto per l'Immacolata. In più, per quella data si era già a buon punto con le prove della commedia, che veniva rappresentata la prima volta il giorno di Natale e poi replicata più volte nel periodo delle feste, come d'altronde ancor'oggi si fa.
Contemporaneamente, soprattutto nei fine settimana, si tenevano le prove della Banda di Capodanno, e ci si concentrava precipuamente sulla preparazione delle barzellette da cantare la notte del 31 dicembre, rigorosamente in rima baciata. Un affettuoso ricordo in particolare mi torna sempre in mente quando ancora oggi, come ogni anno, preparo il presepe. Qualche giorno prima dell'Immacolata, ci trovavamo subito dopo pranzo a casa di un mio caro amico e dopo aver fatto i compiti, il suo papà ci riuniva attorno ad un tavolo tirando fuori solo uno scheletro di presepe, che poteva essere composto in forme ogni anno diverse. Noi mostravamo tutto quello che avevamo raccolto e che secondo noi poteva essere utile per l'allestimento del presepe ed iniziava così un rito fantastico, unico, coinvolgente.
Il padre del mio amico mentre costruiva il presepe lo raccontava, cioè spiegava in un linguaggio semplice, affettuoso e intriso di fede nel mentre prendeva forma il paesaggio presepiale, la grandezza e l'importanza del Mistero dell'Incarnazione di Dio che nelle forme umane del Gesù Bambino veniva in mezzo a noi, per donarci la vera felicità e la salvezza. Noi ascoltavamo attenti ed incuriositi dalla sua maestria narrativa e dalla sua capacità artigianale di utilizzare tutto quello che avevamo procurato, facendoci sentire coinvolti e protagonisti del rituale che si stava svolgendo sotto i nostri occhi.
Così prendeva forma la grotta con la Natività, il cielo con le stelle che si accendevano per davvero, le montagne e le stradine di
campagna che portavano da ogni dove fino alla grotta, dove la notte di Natale sarebbe nato Gesù Bambino. La ciliegina sulla torta era il posizionamento dei pastori, che il papà del mio amico mostrava e spiegava uno per uno soffermandosi su quelli più importanti come Benino il dormiente, il pastore della Meraviglia, l'oste, l'acquaiola, gli zampognari e gli angeli in gloria, la Madonna con San Giuseppe, il bue e l'asinello. A lavoro ormai ultimato si sentiva nell'aria uno stuzzicante, caratteristico e inconfondibile profumino: era la mamma, che mentre noi eravamo impegnati a fare il presepe aveva preparato le prime zeppole e stava saltandole ancora calde nello zucchero mischiato alla cannella. Siccome "tutti i salmi finiscono in gloria", posizionato il presepio finito ed illuminato nella sua consueta allocazione, concludevamo nel pieno rispetto della tradizione tutti attorno al presepe mangiando le gustosissime e fragranti zeppole accompagnate da un delizioso e caldo thè.
Ognuno di noi poi a casa sua allestiva il suo piccolo o grande presepe e la sera della Vigilia di Natale, a partire dall'imbrunire, si radunava tutta la compagnia degli amici ed iniziando da quello che abitava più a nord del paese fino a scendere verso chi abitava quasi sul lungomare, si andava a "mettere o' Bambino" nei presepi di tutte le nostre famiglie. Si terminava poi in chiesa, partecipando tutti insieme alla Messa di mezzanotte.
Auguri di un Santo Natale e di Buone Feste a tutti.
*minorese emigrato in provincia di Monza
Fonte: Il Vescovado
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