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In diretta dalla luna

Inserito da (redazionelda), lunedì 20 luglio 2020 10:20:38

di Candeloro Rebuffat*

Se mi avessero chiesto se avessi voluto assistere all'inizio oppure in data odierna alla cosiddetta conquista dello spazio avrei scelto senz'altro la prima opzione. Nella scena osservata il 20 luglio del 1969 ad un immaginario cannocchiale al contrario, "La conquista della luna" più di altre ha portato un senso di mistero indimenticabile. Alla tv ancora in bianco e nero e alla radiolina a transistor quella notte assistevamo alle notizie che pervenivano come dall'altro mondo. Era quasi l'alba, ma quella era non di un nuovo giorno ma di una nuova era e noi ne avevamo la percezione. Perché chi seguiva dal punto di vista scientifico questi eventi sapeva quanto di nuovo c'era dietro. Quanto impegno, forse anche sotto la spinta non sempre ortodossa di tipo militare e politico c'era.

Non a caso i razzi vettori avevano la lunga tradizione degli U2 la cui tecnologia era stata importata da regimi totalitari che avevano prima di tutto offeso e dominato i loro stessi popoli. D'altra parte i vincitori non si erano vergognati di prendere ciò che a loro interessava. E così il buon Werner si era messo al lavoro per far fare il grande passo all'umanità. Un po' ignorato come tutti gli ingegneri che a momento debito si fanno carico di opere grandi senza il dovuto plauso e riconoscimento. Ma in queste occasioni forse è giusto osannarle con la poesia ed il sogno. Infatti, di sogno ad occhi aperti e sonnolenti si trattava in quel primo mattino. Il volume dei mega apparati di allora fatti di "valvolone" termoioniche, è paragonabile oggi ad una piccola parte del nostro telefonino, mentre allora era l'espressione di tanto sapere innovativo.

Così i calcoli di orbita, quelli di statica e dinamica fornivano tra precari equilibri di formule astruse la incredibile soluzione alla nostra personale fantascienza che toccavamo per mano dopo aver letto pochi anni prima Jules Verne ed esserci innamorati alla Luna. Dimenticavamo allora le voci accorate e tragiche di chi pochi anni prima aveva speso la vita nello spazio. In Costa d'Amalfi li avevamo visti passare come una nuova stella nel cielo di notte ricca di significato e avevamo, da pochi eletti, assistito alle loro tragedie in diretta tramite altrettanti improbabili ricevitori radio costruiti con la carta argentata. Oggi tutto sembra possibile, facile e scontato allora invece il "grande passo" dell'Umanità era partecipato con forte emozione da parte di noi tutti nella prima notte seppur misteriosa vissuta in diretta.

*ingegnere

>Leggi anche:

La scommessa del genere umano

Fonte: Il Vescovado

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