Tu sei qui: Storia e StorieL'alba a San Cosma
Inserito da (redazionelda), sabato 26 settembre 2015 07:49:29
di Antonio Schiavo
Spesso faceva già freddo, quasi un anticipo d'inverno. Altre volte l'estate non ne voleva sapere di farsi da parte.
Sveglia molto presto: bisognava andare alla prima messa!
Assonnati ci trascinavamo giù per le scale mentre in lontananza, da qualche parte, si avvertiva una melodia popolare, semplice , piena di fede: "Nuje jamme de chillu Santone...".
Dopo villa Barluzzi, il miracolo si ripeteva: girato l'angolo, in fondo in fondo, il Cilento diventava una quinta di teatro meravigliosa, su cui si mescolavano tutti i colori della tavolozza che si insinuavano nel buio fino a prendere il sopravvento e regalando ai bambini, ma anche alle mamme e ai papà, l'incanto stupefacente, sempre nuovo pur nella sua immutabilità, dell'alba sul nostro mare.
Giù, al vecchio Santuario, Don Pantalone aveva già sistemato il tavolo con le immaginette sacre, le coroncine e le statuine. Nei pressi della fontanella una sola bancarella che vendeva taralli e "pane de viscuotto".
In chiesa, ceri già accesi davanti alle statue dei Santi Cosma e Damiano e odore di brace dell'incensiere .
Per quanto presto, ci capitavano sempre le ultime file dei banchi: i fedeli di altri paesi erano già lì (ma a che ora erano partiti?) e a noi rimanevano i posti vicini alle bacheche degli ex voto. Spaventosi, terribili: gambe, braccia, cuori. Vallo a spiegare ai bambini che si trattava solo di simboli della gratitudine degli uomini per qualcosa di inspiegabile alle nostre menti di saccenti ma pure accaduto realmente per intercessione dei Martiri.
In quel momento ti poteva salvare solo l'inizio della messa e la promessa di quello che sarebbe venuto dopo la celebrazione.
Eh sì perché, a quella età, la devozione doveva ricevere un aiutino sostanzioso da un contorno composto dal tarallo spugnato nell'acqua della fontanella, dal sacchetto di lupini comprato dal nonno di nascosto da mamma preoccupata per gli effetti collaterali sul nostro apparato gastrointestinale.
Dal panino che un buon uomo di chissà dove offriva a chiunque si facesse il segno della croce ma soprattutto... dalla pizza.
Mangiarla verso le sette (quella di Fransuà o di Pasqualino Corvo), assaporare - non sia considerato blasfemo - quell'altro miracolo del ventisei settembre: pasta sapientemente lievitata e manipolata, calda calda nella sua simbiosi magica di pomodoro, olio, origano e basilico, mozzarella che si scioglieva in bocca.
Il miglior lenitivo per il sonno perduto e per le paure degli ex voto.
Oggi ci arriviamo in macchina a San Cosma, se va bene (mica vorrai sconvolgere i bioritmi) partecipiamo alla messa di mezzogiorno, guardiamo distrattamente e, forse, con supponenza le bacheche alle pareti del nuovo Santuario.
Capita, però, qualche volta che ti ritrovi a sbirciare, verso la fontanella, sperando di rivedere l'uomo del pane o il bancarellaio dei taralli.
Non ci son più. E' passato tanto tempo... troppo.
O, piuttosto, li vedono solo i bambini assonnati, i puri di cuore e quelli che non fanno fatica a pregare mentre, in lontananza, un nuovo giorno fa capolino.
Fonte: Il Vescovado
rank: 108492105
Il 25 aprile in Italia si celebra la Festa della Liberazione dal regime fascista e dall'occupazione militare tedesca dell'esercito nazista, avvenuta nel 1945. L'occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma si considera il 25 aprile come data simbolo perché nel 1945 coincise...
In una giornata carica di emozione, migliaia di fedeli si sono riuniti in Piazza San Pietro per rendere omaggio a Papa Francesco, il Pontefice venuto "dalla fine del mondo" che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e dell'umanità. Commossa la redazione de Il Vescovado si stringe nel...
ROMA - "Papa Francesco riconobbe l’importanza delle Forze Armate e di Polizia nell’opera di ristabilimento della pace e per la salvaguardia della sicurezza." Con queste parole il presidente dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia (ANSI), Gaetano Ruocco, ha commentato la notizia della scomparsa...
«Un incontro che porto nel cuore, un sorriso che non dimenticherò mai.» Con queste parole, il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, ha voluto ricordare Papa Francesco, scomparso oggi, condividendo una foto che lo ritrae nella maestosità della Basilica di San Pietro, durante un momento di raccoglimento...