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La festa della Maddalena ad Atrani tra cultura, musica e... sarchiapone

Inserito da (redazionelda), sabato 20 luglio 2019 20:33:34

di Alfonso Bottone

C'è aria di festa lungo le viuzze e tra le mura bianche delle case di Atrani. Gli atranesi si preparano infatti a ricordare la loro protettrice, Santa Maria Maddalena. Una ricorrenza che avrà un sapore diverso, che segnerà uno spartiacque nella storia delle celebrazioni di questa festività, quando il 29 luglio risuoneranno le melodie del dramma sacro di Leonardo Leo "Dalla morte alla vita di Santa Maria Maddalena" nella piazza salotto di quella "città di un tempo e d'ogni giorno", come narrata nei versi del sommo poeta Alfonso Gatto. Una prima esecuzione in tempi moderni quella messa in scena nel piccolo borgo antico con l'Orchestra barocca de "La Confraternita de' Musici", diretta da Cosimo Prontera, con la regia di Stefania Panighini. Un momento indimenticabile a segnare un percorso di festa che caratterizza la forte fede e spiritualità che lega gli atranesi alla loro Santa protettrice, per cui, come racconta Sigismondo Nastri nel suo 'A cannarizia, il 22 luglio "ci tenevano a organizzare la festa più bella: per la ricchezza e la varietà delle luminarie, per la migliore banda musicale, per la spettacolarità dei fuochi d'artificio". Un percorso che il Comitato Festeggiamenti Santa Maria Maddalena, presieduto da Davide Liotti, ed in collaborazione con la Parrocchia e l'Amministrazione comunale di Atrani, ha aperto nella Collegiata raccontando, con il supporto di insigni storici e ricercatori, come Giuseppe Gargano e Donato Sarno del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, Fabio Paolucci, Luigi Buonocore del Museo del Duomo di Ravello, il M° Cosimo Prontera, e la narrazione di rare documentazioni, la società atranese nel 1700. Partendo dalla figura illustre del cardinale Pietro Capuano, i relatori del convegno si sono soffermati sulla annotazioni contenute nella "bolla" Sacram Beati Petri che nel 1706 elevava la Chiesa della Maddalena a Collegiata, e sul quadro sociale ed economico di Atrani nella metà del Settecento, come emerso dallo studio del Catasto Onciario del piccolo borgo; così come sui lavori di ristrutturo della stesso edificio sacro nel XVIII secolo.

Intanto dalle case atranesi si sparge per l'aere l'odore di una pietanza che solennizza la ricorrenza, quel "sarchiapone" che non può mancare nel menù del dì di festa L'imbottitura della zucca lunga, perché di questo si tratta, come scrive sempre Sigismondo Nastri, riportando l'antica ricetta del medico e gastronomo salernitano Achille Talarico, "consiste in carne triturata e soffritta in sugna; si aggiungono poi: uova battute, in proporzione alla quantità di cannelloni da preparare, formaggio parmigiano (o pecorino) grattugiato, pepe, il sale necessario e, secondo i gusti, qualche aroma o qualche foglia di basilico o di prezzemolo (è preferibile non aggiungere aromi o foglie aromatiche). Imbottiti i cannelloni di zucchetta, si dispongono in file in un grosso ruoto e si soffriggono alquanto in olio o sugna per asciugarli ed insaporirli. Si condiscono, poi, con abbondante sugo di ragù preparato a parte e si passano al forno a calore normale fino a cottura delle zucchette ed alla concentrazione desiderata del sugo. Si può aggiungere, se piace, formaggio e pepe".

E allora buon festeggiamento.

Fonte: Il Vescovado

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