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Centodieci anni fa l'inizio del conflitto che cambiò il mondo

La Prima Guerra Mondiale: 110 anni di storia e memoria

Dal 28 luglio 1914 al 11 novembre 1918, la Grande Guerra sconvolse il mondo con devastanti battaglie e cambiamenti geopolitici. L'Italia, inizialmente neutrale, giocò un ruolo cruciale nel conflitto, passando dall'alleanza con gli Imperi Centrali all'intervento a fianco dell'Intesa

Inserito da (Admin), domenica 28 luglio 2024 11:30:12

Il 28 luglio 1914, l'Europa e il mondo intero entrarono in una spirale di conflitto che avrebbe sconvolto l'assetto geopolitico globale e lasciato segni indelebili nella storia. L'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando d'Austria a Sarajevo fu la scintilla che accese il fuoco della Prima Guerra Mondiale, coinvolgendo rapidamente le grandi potenze dell'epoca.

L'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia, innescando un effetto domino che vide l'intervento della Germania, della Russia, della Francia e, infine, della Gran Bretagna. I fronti di battaglia si moltiplicarono: dal confine franco-tedesco alle trincee delle Fiandre, dai Balcani alle vaste pianure orientali.

Il ruolo dell'Italia

L'Italia, inizialmente parte della Triplice Alleanza con Germania e Austria-Ungheria, scelse di mantenere una posizione di neutralità nei primi mesi del conflitto. Questa decisione rifletteva le profonde divisioni interne e la complessa politica estera italiana, dove gli interessi territoriali e le aspirazioni nazionali giocavano un ruolo fondamentale.

Nel 1915, dopo lunghe e complesse trattative segrete culminate nel Patto di Londra, l'Italia entrò in guerra a fianco dell'Intesa (Regno Unito, Francia e Russia) il 24 maggio. La promessa di territori, in particolare le terre irredente del Trentino, dell'Alto Adige e della Dalmazia, fu decisiva per il cambiamento di schieramento.

Le forze italiane furono subito impegnate in una serie di battaglie lungo il fronte alpino e il fiume Isonzo. Nonostante il valore dimostrato dai soldati, le campagne militari furono caratterizzate da pesanti perdite e avanzate minime, evidenziando le difficoltà di combattere in terreni impervi e montagnosi.

Le fasi cruciali del conflitto

Il 1916 vide l'offensiva della Strafexpedition austro-ungarica, respinta con grandi sacrifici dall'esercito italiano. L'anno successivo, la battaglia di Caporetto (ottobre 1917) rappresentò un momento drammatico per l'Italia: l'offensiva combinata degli austro-tedeschi causò il crollo del fronte italiano e una ritirata caotica fino al Piave. La disfatta scosse profondamente la nazione, portando a cambiamenti strategici e al rinnovato impegno sotto la guida del generale Armando Diaz.

Il 1918 fu l'anno della svolta. Le offensive finali dell'Intesa, supportate dall'ingresso degli Stati Uniti nel conflitto, portarono a significative vittorie sui vari fronti. Per l'Italia, la battaglia di Vittorio Veneto (ottobre-novembre 1918) segnò la definitiva sconfitta delle forze austro-ungariche e la fine della guerra sul fronte italiano.

Conclusione della guerra

L'armistizio dell'11 novembre 1918 pose fine al conflitto, ma i trattati di pace successivi, in particolare il Trattato di Versailles, ridisegnarono radicalmente la mappa politica dell'Europa, seminando i semi di futuri conflitti.

La Prima Guerra Mondiale lasciò un'eredità di distruzione, con milioni di morti e feriti, cambiamenti sociali e politici profondi e un nuovo ordine mondiale. Per l'Italia, il conflitto segnò un passo cruciale nella realizzazione delle sue aspirazioni nazionali, ma anche l'inizio di un periodo di instabilità politica che avrebbe portato, negli anni successivi, all'avvento del fascismo.

Centodieci anni dopo, ricordando la Grande Guerra per le sue devastazioni, siamo nuovamente in una fase dove le nazioni corrono a riarmarsi avendo dimenticato, forse troppo in fretta, quanto dolore e quanta sofferenza porta un conflitto di tali dimensioni.

 

Foto: Wikipedia

Fonte: Il Vescovado

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