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Storia e Storie

La saggezza di un Popolo (42)

Inserito da (redazionelda), domenica 7 aprile 2019 19:43:53

di Antonio Schiavo

"Testa ca nun parla si chiama cucuzza".

Mi hanno fatto omaggio di un quaderno i curatori di uno stand editoriale siciliano a Castel Sant'Elmo di Napoli nel corso del Salone del Libro dove ero stato invitato da Guida Editore che ha pubblicato il mio romanzo "Aghi di Pino".

Sulla copertina di ogni quaderno era riportato un proverbio o una massima della lingua siciliana e la cosa è stata maggiormente gradita perché mi hanno mostrato la loro ultima pubblicazione dedicata proprio alla tradizione dei modi di dire e delle singolarità linguistiche e dialettali di quella splendida regione.

Ci siamo confrontati mettendo in luce il fatto che molte delle Case Editrici presenti alla rassegna presentavano volumi o dizionari dedicati al recupero dell'antica cultura racchiusa nei linguaggi di ogni giorno e dei nostri borghi.

Questo è un altro capitolo di questo mio modesto contributo.

Vo' o cocco munnato e buono:

Vuole tutto e subito senza impegnarsi o fare sacrifici;

E' fenuta ‘a zezzenella:

E' terminato il periodo di vacche grasse, è necessario rimboccarsi le maniche.

Sta chiù arreto d'a cola d'o ciuccio:

E' di una ignoranza abissale. Fa fatica a comprendere anche le cose più semplici;

Statte buono pero ‘e fico:

Non c'è più niente da fare. La cosa è irrimediabilmente perduta, fallita.

‘O guarda mmocca pe' vulio:

Pende dalle sua labbra, E' follemente innamorato/a;

Alave buono a tufiesto:

Avrà amare conseguenze per la sua azione;

Cu' mico spare n'terra:

Non mi faccio abbindolare, convincere da te. Non mi spaventi con le tue minacce.

Cu' mico alaje e craie te ‘nzure:

Da un orecchio mi entra e dall'altro mi esce. Si dice di chi è indolente, indifferente ad ogni richiesta o pressione.

Tirà o carro p'a scesa:

Non fare alcuno sforzo. Millantare un impegno gravoso quando invece lo stesso non ha comportato grossa fatica.

E' fenuta a cola ‘e sorece:

Si dice di un racconto o di una vicenda la cui conclusione lascia adito a molti dubbi o lascia delusi perché non si è risolto nulla o tutto è rimasto estremamente vago.

E' pigliato ‘a pasta d'e surece:

Si è lasciato condizionare. Ha assorbito uno stile di vita non conforme a quello delle sue origini e alla sua educazione.

‘ O sapimmo addò dorme ‘o pecoro:

Sappiamo esattamente di che panni veste e quali sono i suoi intendimenti e obiettivi.

Tenca tenca (o tenco tenco):

Piano piano. Con molta calma.

Face ‘o tiro ca tengo:

Di chi si dimostra incoerente, indeciso su tutto.

‘O tene appiso ‘nganne:

E' il suo preferito, lo ama alla follia.

(continua)

Fonte: Il Vescovado

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