Tu sei qui: Storia e StoriePantani, dalla caduta in Costa d'Amalfi all'apice del successo
Inserito da (admin), sabato 14 febbraio 2015 09:39:40
Dieci anni (undici, ndr) fa a Rimini, nel residence "Le Rose", veniva trovato il cadavere di Marco Pantani, uno dei più grandi campioni del ciclismo italiano scomparso prematuramente a seguito di una depressione finita in tragedia. Una morte che ha destato tanti sospetti, con la madre del Pirata che ha sostenuto la tesi dell'omicidio in opposizione a quella ufficiale che parla di overdose di cocaina. Secondo la famiglia, infatti, qualcuno avrebbe pensato di eliminare Marco per via delle informazioni che conosceva sul fenomeno del doping. Sospetti che la storia ha accentuato, visti gli scandali che di lì a poco sarebbero venuti fuori: i numerosi ciclisti progressivamente scoperti e puniti, il recente e clamoroso racconto di Lance Armstrong, dominatore assoluto dell'epoca con sette Tour De France all'attivo, che ha ammesso di essersi dopato da sempre sotto la copertura delle principali autorità ciclistiche.
Un'avventura, quella di Pantani, che il destino ha voluto incrociare con la Costiera Amalfitana allorquando la sfortuna, costante della sua carriera, volle metterlo al tappeto prima che si rialzasse e andasse a conquistare i suoi principali successi. Correva l'anno 1997 e si disputava l'ottava tappa del Giro d'Italia Maddaloni - Cava De' Tirreni: il Pirata finì a terra, raccontano le cronache dell'epoca, a causa di un gatto che gli tagliò la strada nel mentre il gruppo percorreva la discesa del Valico di Chiunzi in direzione Maiori. Scortato dai compagni di squadra, giunse al traguardo con più di venti minuti di ritardo. A fine corsa fu trasportato all'ospedale per essere visitato: alla luce delle lesioni riportate, non poté ripartire il giorno dopo e fu costretto a dire addio ai sogni di gloria. «Avrei voluto essere battuto dagli avversari, invece ancora una volta mi ha sconfitto la sfortuna» disse ai giornalisti che quel 25 maggio lo intervistarono. Si riscattò l'anno successivo, andando a realizzare la formidabile doppietta Giro-Tour, conquistando la Francia 33 anni dopo il grandissimo Felice Gimondi.
La cartolina che Pantani lasciò alla Costa d'Amalfi, più che l'immagine triste dei compagni che lo spronano a continuare verso Cava de' Tirreni lungo la statale Amalfitana battuta dal sole, è quella di un uomo che seppe rimettersi in sella un mese dopo, salendo sul podio del Tour de France del 1997 prima di scrivere la storia del ciclismo mondiale nel successivo e indimenticabile 1998.
* articolo de Il Vescovado del 14 febbraio 2014, decennale della morte di Marco Pantani
Fonte: Il Portico
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