Ultimo aggiornamento 31 minuti fa B. Vergine del buon consiglio

Notizie Costiera Amalfitana - Notizie Costiera Amalfitana

Notizie Costiera Amalfitana

Hotel Marina Riviera Amalfi - Luxury 4 Stars Holte in Amalfi - Swimming Pool - Bistrot - GourmetMaurizio Russo liquori e prodotti di eccellenza dal 1899 a Cava de' Tirreni. Elisir di Limone, il Limoncello di Maurizio Russo, è realizzato esclusivamente con limone IGP della Costa d'AmalfiIl San Pietro di Positano è uno degli alberghi più iconici della Costa d'Amalfi. Ospitalità di Lusso e Charme a PositanoGM Engineering srl, sicurezza, lavoro, ingegneriaSmall Boutique Hotel in Costiera Amalfitana, Villa Romana Hotel & SPAHotel Santa Caterina, Albergo 5 Stelle lusso ad Amalfi. Ristorante Il Glicine, stella Michelin ad Amalfi

Tu sei qui: Storia e StoriePetere pacem: la lezione di Lucrezio

Storia e Storie

Lucrezio, Roma, latino, letteratura, pace

Petere pacem: la lezione di Lucrezio

Il sogno lucreziano è quello di un benessere interiore collettivo, generato dalla fine delle guerre esterne ma anche dei dissidi interiori e dei beceri conflitti personali che affliggono l'uomo

Inserito da (PNo Editorial Board), giovedì 3 novembre 2022 16:46:54

Di Lorenzo Imperato

La pace è da sempre un desiderio dell'animo umano, un sospiro profondo, un grido che parte dal cuore di ogni uomo. Questa è la grande convinzione degli autori latini del periodo augusteo, da Virgilio, ad Orazio, ad Ovidio ed ovviamente a Lucrezio (precedente a quelli augustei ma antesignano della pax augustea), che, primo tra questi, parla di pace e di guerra.

Ognuno dei sopracitati poeti ha una considerazione diversa della pace ma per ciascuno essa rappresenta la massima aspirazione a cui l'impero deve concorrere.

Lucrezio, nella tetrarchia dei massimi poeti dell'età dell'Impero, dedica la conclusione del libro primo del "De rerum natura" proprio alla guerra ed alla pace. Implora Venere, detentrice dell'arma della seduzione, di persuadere Marte affinché conceda la pace al popolo di Roma. È la sola unica grande preghiera di Lucrezio, ateo convinto, che tuttavia si rimette in mano alla dea, "genitrice degli eneadi", ed in lei individua la sola entità in grado di ottenere la cessazione del dolore della guerra. Il poeta diventa promotore della preghiera di un intero popolo: munitosi di titanismo letterario, ha il coraggio di farsi portavoce delle suppliche dei romani presso Venere. Emblematico è l'utilizzo del verbo petĕre, appunto, che nel significato originale esprimeva l'azione di dirigersi verso. Lucrezio perciò immagina Marte accasciato sul ventre dell'amata Venere, mentre - completamente assuefatto dalla grazia della dea - pende dalla sua bocca e ascolta attentissimo qualsiasi cosa ella dica. Questo sarebbe stato il momento propizio per favorire la pace, per annientare i desideri bellicosi del dio della guerra, che, per amore, avrebbe accolto quella richiesta. Venere, dunque, dirigendosi verso Marte, avrebbe dovuto farsi garante delle richieste del popolo implorante, avrebbe dovuto dirigere l'impero verso la sospirata pace.

Grazie alla pace l'uomo potrà apprezzare le bellezze del mondo; per Lucrezio, infatti, il destinatario dell'opera Memmio potrà godere della lezione di sapienza offerta dal poema. La pace, però, a detta del poeta stesso, costa sempre fatica, come costa fatica esserne promotori, da qui il verbo pangere, derivato di pingere, che esprime tutto lo sforzo nello spingere lo stilo nella cera durante la scrittura. Poi il verbo conor, che indica i tentativi non sempre andati a buon fine, proprio come quelli dei costruttori di pace, che molto spesso si vedono chiudere le porte in faccia dai prepotenti promotori della guerra.

Il poema dedicato alla dea della pace, però, si conclude con un monito di speranza, quello che dopo tanto dolore, tanta sofferenza e tanto sangue versato, l'umanità ottenga finalmente la pace, un'oasi dove apprezzare le bellezze del mondo e della natura e cantarle prima che svaniscano. Il sogno lucreziano è quello di un benessere interiore collettivo, generato dalla fine delle guerre esterne ma anche dei dissidi interiori e dei beceri conflitti personali che affliggono l'uomo. Una pace totale, che nasca dal nostro cuore e possibile solo mettendo un freno alle paure inutili, agli stupidi desideri di vendetta, alle struggenti sofferenze interiori, figlie dei dispiaceri e degli amori non corrisposti.

Oggi dobbiamo essere noi, uomini del presente a raccogliere subito, senza più rimandare, il messaggio di lanciato da Lucrezio, per coltivare una vera speranza, il sogno di una pace duratura che parte dal nostro cuore e si estende a tutta l'umanità.

 

(In foto il Ratto delle Sabine di Nicolas Poussin, Roma 1637-38, conservato al Museo del Louvre)

Fonte: Il Vescovado

Galleria Fotografica

rank: 103935108

Storia e Storie

Storia e Storie

25 aprile, Festa della Liberazione: cosa accadde in quei giorni?

Il 25 aprile in Italia si celebra la Festa della Liberazione dal regime fascista e dall'occupazione militare tedesca dell'esercito nazista, avvenuta nel 1945. L'occupazione tedesca e fascista in Italia non terminò in un solo giorno, ma si considera il 25 aprile come data simbolo perché nel 1945 coincise...

Storia e Storie

Papa Francesco, l'ultimo saluto tra commozione e speranza

In una giornata carica di emozione, migliaia di fedeli si sono riuniti in Piazza San Pietro per rendere omaggio a Papa Francesco, il Pontefice venuto "dalla fine del mondo" che ha lasciato un segno indelebile nella storia della Chiesa e dell'umanità. Commossa la redazione de Il Vescovado si stringe nel...

Storia e Storie

ANSI: “Papa Francesco riconobbe il valore delle Forze Armate nella costruzione della pace”

ROMA - "Papa Francesco riconobbe l’importanza delle Forze Armate e di Polizia nell’opera di ristabilimento della pace e per la salvaguardia della sicurezza." Con queste parole il presidente dell’Associazione Nazionale Sottufficiali d’Italia (ANSI), Gaetano Ruocco, ha commentato la notizia della scomparsa...

Storia e Storie

Il saluto del sindaco di Ravello a Papa Francesco, guida spirituale e uomo di pace

«Un incontro che porto nel cuore, un sorriso che non dimenticherò mai.» Con queste parole, il sindaco di Ravello, Paolo Vuilleumier, ha voluto ricordare Papa Francesco, scomparso oggi, condividendo una foto che lo ritrae nella maestosità della Basilica di San Pietro, durante un momento di raccoglimento...

La tua pubblicità sui portali più letti della Costiera Amalfitana, scegli l'originale NCANews, il Vescovado, Positano Notizie, Maiori News, Amalfi News, Il Portico, Occhi Su Salerno