Tu sei qui: Storia e Storie“Pizza dei Morti” in Costiera Amalfitana: il 2 novembre a Tramonti diventa "nera"
Inserito da (Admin), venerdì 1 novembre 2024 18:34:15
Mentre in molte località campane il giorno della Commemorazione dei Defunti è segnato dalla dolcezza dei torroncini chiamati "ossa dei morti", in Costiera Amalfitana c'è una tradizione diversa, nata da radici più rustiche e di praticità. Qui, infatti, il 2 novembre si porta avanti una tradizione gastronomica salata: la "pizza dei morti".
L'origine di questa usanza affonda le sue radici in un'epoca in cui le famiglie, sin dalle prime luci dell'alba, si recavano nei cimiteri per rendere omaggio ai propri defunti e vi restavano diverso tempo, non riuscendo a tornare in tempo per elaborare un pranzo completo. I cimiteri erano situati lontano dal centro abitato, raggiungibili solo percorrendo strette e ripide stradine a piedi.
In questo contesto di praticità e necessità, i fornai della Costiera Amalfitana trovarono una soluzione geniale. A Tramonti, paese noto per il suo pane biscottato, i "vascuotti di grano", si sviluppò l'idea di preparare la sera prima delle "pizze nere". Queste pizze, a base di farina integrale, venivano arricchite con pomodorini "‘nzertati", aglio, origano, olio extravergine di oliva e alici salate. Piegate a portafoglio, venivano riposte in ceste di vimini per essere portate al cimitero, dove mantenevano intatta la loro fragranza e risultavano facili da consumare.
Questa tradizione si è estesa oltre i confini di Tramonti, radicandosi nei paesi limitrofi della Costiera Amalfitana. Oggi, il fascino di questa usanza vive ancora e molte panetterie e pizzerie locali preparano su prenotazione la "pizza dei morti", simbolo di un legame indissolubile tra memoria, praticità e sapori antichi.
La pizza il 2 novembre è ormai una tradizione consolidata, al punto che anche chi al cimitero va in un giorno diverso, per evitare l'affollamento, in questa giornata la prepara a casa o la compra in pizzeria. Un pezzo di storia tramandato di generazione in generazione, un omaggio al tempo in cui l'ingegno delle massaie e la maestria dei panificatori era la risposta alle difficoltà quotidiane, trasformando un semplice piatto in un simbolo d'amore e devozione verso i propri cari.
Fonte: Il Vescovado
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