Tu sei qui: Storia e StorieRavello, la reincarnazione della generosità divina e della bellezza eterna
Inserito da (Redazione), giovedì 11 maggio 2017 18:00:20
Scelta e amata da scrittori, musicisti e artisti, "... assai presso a Salerno è una costa sopra il mare riguardante, la quale gli abitanti chiamano la costa d'Amalfi, piena di picciole città, di giardini e di fontane e d'uomini ricchi e procaccianti in atto di mercatantia sì come alcuni altri. Tralle quali cittadette n'è una chiamata Ravello". Così Boccaccio nel "Decameron".
La piccola cittadina di origine romana vanta un passato che trabocca di storia e un presente ricco di personaggi illustri: appare come una terrazza con vista mondo che si affaccia sulla luminosa e frastagliata costiera amalfitana; ma la bellezza della sua natura paradisiaca, fitta di piante esotiche e aromatiche e di frutti mediterranei, diventa ancora più tangibile in primavera.
La magica stagione porta con sé un clima mite: lievi brezze accarezzano i pampini dei vigneti e raggiungono le sue strade e i suoi vicoli nascosti; il sole benefico scalda i fiori che sbocciano con una fragranza disarmante nel parco secolare di villa Cimbrone. Qui, la cultura botanica anglosassone di oleandri si fonde con i limoneti della costiera amalfitana, mentre la statua di Cerere sembra invitare i turisti ad assistere all'incontro tra gli imponenti monti cilentani e lo scintillante mare amalfitano visibile dal terrazzo dell'Infinito dove "nasce il desiderio di volare".
Su questo romantico promontorio le passeggiate si trasformano in piccoli viaggi grazie agli ammalianti elementi decorativi che provengono da varie parti del mondo: i ninfei, i tempietti, le fontane; mentre i busti marmorei settecenteschi delimitano il balcone naturale del Cimbronium e testimoniano la lunga e nobile storia della musa ispiratrice di autori come Boccaccio, Wagner, Gore Vidal, Foster, Gide, Lawrence e Virginia Woolf.
Il profumo di frutta e ginestre e le casette abbarbicate accompagnano i visitatori lungo le stradine panoramiche della cittadina, mentre l'arte e la ricca cultura di Ravello sono visibili in ogni angolo dei suoi muretti serpeggianti: dalle secolari ceramiche realizzate a mano con lodevole perizia ai bestiari del pulpito mosaicato del XIII sec., presente nel duomo, sorretto da tre leoni e tre leonesse stilofori con sembiante minaccioso e fauci spalancate.
Adagiata tra i monti e il mare, tra il terreno e il trascendente, Ravello rappresenta la reincarnazione della generosità divina e della bellezza eterna, dove più non si avverte il fluire del tempo e dove il mondo si ferma a contemplarne l'incanto.
Articolo realizzato dalla studentessa Ana Nitu con le classi 3CL, 3AE e 4AE del Liceo De Filippis-Galdi di Cava de' Tirreni nell'ambito del percorso Alternanza Scuola-Lavoro con la redazione de Il Vescovado.
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Fonte: Il Portico
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