Tu sei qui: Storia e Storie"Reddite quae sunt Caesaris Caesari": le origini della Regata nei ricordi di chi c'era
Inserito da (Admin), mercoledì 9 ottobre 2024 15:52:17
di Sigismondo Nastri -
Il 10 dicembre 1955, quando fu stipulato l'atto costitutivo della manifestazione, intorno al grande tavolo, nel salone Morelli del Municipio di Amalfi (lo documenta uno "storico" filmato di Pio Mansi), con i sindaci e i rappresentanti delle quattro città e il notaio Matteo Pisani, c'eravamo anche noi: Gigino de Stefano e io. A quale titolo eravamo lì? Gigino, all'epoca, faceva già politica attiva e, se non sbaglio, era consigliere (o assessore?) comunale. Io svolgevo un ruolo diverso, quello di segretario particolare del sindaco Francesco Amodio, e mi stavo già dando da fare per preparargli la campagna elettorale del 1958, quella che lo portò in parlamento (nel 1953 era risultato il primo dei non eletti). Ci fu concesso di partecipare alla "fondazione" della Regata per il contributo che, nel nostro piccolo, avevamo dato alla stesura del documento che i rappresentanti di Amalfi, Genova, Pisa e Venezia si accingevano a sottoscrivere. Amodio si fidava di noi e ci dava spazio. Gigino fu chiamato a far parte del comitato organizzatore. Io, invece, venni investito della responsabilità di mettere in piedi (da solo, mi avvalsi dei consigli e dell'aiuto del vice segretario comunale Andrea Alfieri) la struttura organizzativa: amministrazione, segreteria, ecc.
Mantenevo i contatti con Roberto Scielzo, lo scenografo incaricato di disegnare e realizzare gli splendidi costumi per il corteo, che fecero il loro esordio nel 1956 a Pisa. Costumi che furono affidati, per la custodia, e in seguito anche per l'assegnazione ai vari figuranti, a due straordinari personaggi che fanno ormai parte della storia della Regata: Temistocle Cassone e Alfonso Della Monica. Insieme, Gigino e io, ci occupammo dei rapporti con gli organi d'informazione (e i risultati furono eccellenti, a scorrere le rassegne stampa di allora).
Dopo quella "sperimentale", disputatasi a Genova nel 1955 con i "gozzi" (equipaggio: Bonaventura Amendola, Mario Cretella, Alfonso Gambardella, Raffaele Consiglio, Antonio Moretti e Gaetano Mangieri, accompagnatore), la prima Regata "vera", con i galeoni costruiti nei cantieri della laguna, affiancata dall'imponente corteo in costume, si svolse nell'Arno a Pisa, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Amodio non venne per un improvviso attacco di appendicite, che rese urgente l'intervento chirurgico (lo operò il dottor Gaetano Naddeo nella clinica "Spirito Santo"). La fascia tricolore, in rappresentanza del Comune di Amalfi, la indossò il dottor Beniamino Amatruda. Alloggiavo all'hotel Astor e ebbi un gran da fare. Litigai pure, e vivacemente, con Bonaventura Camera, vice presidente del nostro comitato cittadino. La tensione era tale che avevamo, un po' tutti, i nervi a fior di pelle. Il nostro equipaggio era composto da Mario Cretella, Bonaventura Amendola, Alfonso Gambardella, Luigi Consiglio, Antonio Moretti, Franco Moretti, Antonio Gambardella, Andrea Esposito, Umberto Buonocore, Vincenzo Vuolo, Luca Fusco, Ferdinando D'Alessandro.
Nel 1957 toccò ad Amalfi. I componenti del comitato organizzatore, lieti di vedere il nome stampato sulla pubblicazione ufficiale, ritenevano, per lo più, che la carica fosse onorifica e riversavano tutte le incombenze su Gigino, il più giovane tra loro, e sul povero sottoscritto che, avendo un ruolo esecutivo, veniva considerato "ciuccio di fatica". Eppure ce la cavammo egregiamente. Tra l'altro, il sindaco, per togliersela dai piedi, visto che s'era messa... in pianta stabile a palazzo san Benedetto, ci affidò quella tabaccaia di Casale Monferrato, che aveva spopolato in tv a "Lascia o raddoppia". Si chiamava Maria Luisa Garoppo. Era già venuta ad Amalfi in periodo invernale, alla guida di una Fiat 500 - e ancora non so come avesse fatto a entrarci - quando la sua popolarità era alle stelle, dopo la vittoria al telequiz. A me e Gigino, in quella circostanza, era toccato di portarla in giro per la città e in visita al duomo e agli Arsenali. Amodio, ricevendola in Comune, le aveva detto: «Torni per la Regata, sarà nostra gradita ospite». E lei, prendendolo sulla parola, tornò, creando parecchio scompiglio.
Il giorno della Regata, in tribuna d'onore, c'era il presidente della Camera dei Deputati Giovanni Leone, futuro Capo dello Stato, col ministro della Marina Mercantile Gennaro Cassiani e le altre autorità. Io e Gigino avemmo la felice intuizione di presentarla proprio a Leone. La Garoppo era alta, statuaria, con un seno enorme che non riusciva a starle dentro il vestito. Il presidente, piccolo di statura, la guardò dal basso. Fece capire che la conosceva, per averla vista in TV o per averne letto sui giornali. Le porse la mano, la salutò con simpatia e, con quell'arguzia tipicamente partenopea che lo caratterizzava, commentò: «Signorina, come vorrei affacciarmi sui suoi... balconi!».
© Sigismondo Nastri (da: mondosigi)
Fonte: Il Vescovado
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