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Napoli, giornalista, camorra, storia

Trentasette anni fa l'assassinio di Giancarlo Siani, il giornalista 26enne che non ebbe paura di scrivere della camorra

Aveva 26 anni, indagava sulla camorra e sulle forme di delinquenza e di disagio sociale dei comuni del napoletano

Inserito da (Redazione Costa d'Amalfi), venerdì 23 settembre 2022 11:18:58

Lunedì 23 settembre 1985, a Napoli, il giornalista del quotidiano "Il Mattino", Giancarlo Siani, venne assassinato al volante della sua Citroën Méhari verde. Il 26enne venne colpito da otto colpi di pistola in un periodo in cui stava indagava sulla camorra e sulle forme di delinquenza e di disagio sociale dei comuni del napoletano.

La sua uccisione fu ordinata dal boss Angelo Nuvoletta, per volontà del mafioso Totò Riina, capo di Cosa nostra, a cui il clan di Marano, quello di Nuvoletta, era affiliato. Il motivo dell'assassinio fu un articolo del 10 giugno 1985, in cui Siani informò l'opinione pubblica che l'arresto del boss Valentino Gionta era stato possibile grazie a una soffiata degli storici alleati Nuvoletta, che tradirono Gionta in cambio di una tregua con i nemici casalesi.

Qualche giorno prima della sua morte, durante un incontro in una scuola, una studentessa gli chiese: «Non ha paura a scrivere certe cose?».

Lui rispose: «Ogni tanto sì. Ma è il mio lavoro. È che la criminalità, la corruzione, non si combattono soltanto con i carabinieri. Le persone per scegliere devono sapere, devono conoscere i fatti. Allora quello che un giornalista-giornalista dovrebbe fare è questo: informare».

Dopo trentasette anni, Giancarlo Siani rimane ancora un modello per molti giornalisti nati al Sud, e che di Sud hanno scritto e raccontato.

Nel 2013 la sua Mehari ha ripreso a viaggiare, in Italia e in Europa, nell'ambito di iniziative sui temi della legalità, del sostegno alle vittime dei reati violenti, quasi un simbolo del sacrificio di donne e uomini impegnati nella difesa della legalità, anche a costo della vita. La Méhari di Giancarlo Siani è stata esposta il 26 e 27 novembre 2013 a Piazza Montecitorio alla Camera dei Deputati; da alcuni anni, è custodita nella Sala della Memoria allestita al Palazzo delle Arti di Napoli.

Fonte: Positano Notizie

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